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ROMEO bUFALO, L’amore dei classici. Per un’erotica del sapere



                           oggetto che non si lascia mai cogliere definitivamente coincide con il
                           sapere. Non con questo o quel sapere determinato, non con questo o
                           quel contenuto cognitivo particolare, ma con l’idea di sapere, cioè con
                           il sapere senza aggettivi. L’idea centrale del Simposio è che tipico di
                           ogni anima innamorata è generare nella bellezza, perché generare (e
                           rigenerare), ossia l’atto di prolungare se stessi nel tempo, rende eterni
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                           e immortali . E ci sono poi alcuni che sono fertili solo nel corpo e si
                           procurano memoria e felicità generando e rigenerando la prole, ossia
                           altri corpi. Ci sono invece altri che sono fertili nell’anima e generano
                           prevalentemente la saggezza e ogni altra virtù. Chi infatti ama vera-
                           mente la bellezza nei corpi è spinto ad amare la bellezza nelle anime,
                           quindi quella insita nei comportamenti e infine, «volgendosi all’im-
                           menso mare del bello», ama la bellezza che è propria della conoscenza
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                           in se stessa .
                                 L’uomo greco è dunque un uomo erotico. Non, però, nel senso
                           storico-contingente dell’espressione, ma in quello per cui l’espressione
                           designa una costante antropologica dell’essere umano dell’uomo. Egli è,
                           cioè, un animale erotico, oltre che un animale linguistico e un animale po-
                           litico. Anzi, si potrebbe dire che l’uomo sia un animale linguistico e
                           politico proprio in quanto è un animale erotico. È intermedio, come dice
                           la sacerdotessa Diotima di Mantinea nel Simposio, tra ignoranza e sa-
                           pienza, sensibile e intelligibile, natura e storia ecc. Un animale simbolico,
                           immaginativo, mimetico e metaforizzante, che si muove costantemen-
                           te tra il dato e il senso, tra necessità e libertà.
                                 Il desiderio, ossia eros, è esattamente questo cercare perpetuo,
                                                                                           30
                           la cui legge fondamentale, come ha osservato Romano Gasparotti , è
                           la necessità della distanza, come mostra, esemplarmente, il mito di
                           Orfeo ed Euridice. Orfeo perde definitivamente la donna amata, che
                           stava riportando in vita dal regno dei morti, perché contravviene al
                           divieto di guardare Euridice lungo la risalita da quel regno. Giunti in






                           28  Platone, Simposio, 208e-209a.
                           29  Ivi, 210c-210d.
                           30  R. Gasparotti, Filosofia dell’eros. L’uomo, l’animale erotico, bollati boringhieri,
                           Torino 2007.



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