Page 34 - Costellazioni 6
P. 34

b. ZIMMERMANN, Classicismo e anticlassicismo nella filologia e letteratura tedesca alla fin de siècle


                           senza del dionisiaco, «das uns am nächsten durch die Analogie des
                                                    30
                           Rausches gebracht wird» – qui di nuovo non si può non avvertire
                           Archiloco –, o che si impadronisce di noi con l’avvicinarsi della pri-
                           mavera – idea inaugurata da Pindaro nel ditirambo per gli Ateniesi
                           (fr. 75 Maehler). La natura festeggerebbe nell’estasi dionisiaca la sua
                           riconciliazione con gli uomini; lo stesso tono si trova nelle parole del
                           messaggero nelle Baccanti di Euripide (677 e ss.).
                                 I due versi però contengono un altro importante punto per la
                           concezione  di  Nietzsche:  la  costellazione  costituita  dalla  coppia
                           exarchōn/coro che risuona nel verbo ἐξάρξαι (“prendere la guida”,“in-
                           tonare”) presuppone che la forma lirico-corale del ditirambo abbia
                           un nucleo “drammatico”. L’esposizione aristotelica della nascita del
                           genere tragico nel quinto capitolo della Poetica indica nella stessa di-
                           rezione. Tanto la tragedia quanto la commedia avrebbero origine nelle
                           improvvisazioni di un coro e della sua guida: la commedia derive-
                           rebbe da canti fallici, la tragedia dal ditirambo (ἀπὸ τῶν ἐξαρχόντων
                           τὸν διθύρμαβον). Un certo Arione di Corinto, cui si attribuisce in
                                                                                   31
                           modo erroneo l’“invenzione” del ditirambo (Erodoto I 23) , dato che
                           visse all’inizio del VI secolo a.C., dopo Archiloco, avrebbe introdotto
                           secondo  il  lessico  bizantino  Suda «satiri  che  parlano  in  metri»
                           (Σατύρους εἰσενεγκεῖν ἔμμετρα λέγοντας): avrebbe dunque com-
                           posto una sorta di ditirambo satiresco, brani che senza dubbio dove-
                           vano presentare elementi drammatici, come i cori tragici di Sicione
                           ricordati anche da Erodoto (V 67) . Nietzsche fa riferimento a questa
                                                            32




                           30  Ivi, pp. 52 e ss.
                           31  διθύραμβον πρῶτον ἀνθρώπων [...] ποιήσαντά τε καὶ ὀνομάσαντα καὶ
                           διδάξαντα.
                           32  Τά τε δὴ ἄλλα οἱ Σικυώνιοι ἐτίμων τὸν Ἄδρηστον καὶ δὴ πρὸς τὰ πάθεα
                           αὐτοῦ τραγικοῖσι χοροῖσι ἐγέραιρον, τὸν μὲν Διόνυσον οὐ τιμῶντες, τὸν
                           δὲ Ἄδρηστον. Κλεισθένης δὲ χοροὺς μὲν τῷ Διονύσῳ ἀπέδωκεν, τὴν δὲ
                           ἄλλην θυσίαν Μελανίππῳ. [I Sicioni dunque onoravano Adrasto e, fra gli
                           altri onori, particolarmente, celebravano in cori tragici le sue sventure, ono-
                           rando non Dioniso, ma Adrasto. Clistene, invece, assegnò i cori a Dioniso e il
                           resto della cerimonia a Melanippo]. Traduzione di b. Virgilio, Commento sto-
                           rico al quinto libro delle «Storie» di Erodoto: introduzione, commento storico, note



                                                           32
   29   30   31   32   33   34   35   36   37   38   39