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b. ZIMMERMANN, Classicismo e anticlassicismo nella filologia e letteratura tedesca alla fin de siècle
[Come fiume che fluisce giù da un monte,
tratto dalle piogge alimento oltre le note
rive, Pindaro ferve e immenso
con voce profonda irrompe,
degno del lauro apollineo, sia
che negli audaci ditirambi travolga
nuove parole e sia quasi portato
da ritmi liberi da ogni
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legge consueta .]
La poesia di Pindaro è descritta come un impetuoso fiume di monta-
gna; la sua audacia, secondo il lirico latino, trova espressione nei neo-
logismi e nella metrica libera, refrattaria alla versificazione tradizio-
nale. Orazio prende in prestito l’immagine del torrente in piena dal
poeta comico Aristofane, che nella sua commedia dal titolo I cavalieri
del 424 a.C., nell’ambito di una breve storia della commedia greca,
descrive in maniera simile il suo più anziano rivale Cratino, modifi-
cando in termini di teoria poetica l’allegoria tipicamente omerica che
paragona la forza di un eroe in battaglia con un torrente impetuoso
(526-528):
εἶτα Κρατίνου μεμνημένος, ὃς πολλῷ ῥεύσας ποτ’ ἐπαίνῳ
διὰ τῶν ἀφελῶν πεδίων ἔρρει, καὶ τῆς στάσεως παρασύρων
ἐφόρει τὰς δρῦς καὶ τὰς πλατάνους καὶ τοὺς ἐχθροὺς προθελύμνους·
[Si ricorda pure di Cratino. Una volta scorreva in un fiume di applausi,
tra boscose pianure, trascinandosi via querce e platani, divelti alla base,
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gli avversari sradicati .]
12 Q. Orazio Flacco, Le opere, vol. I, Le odi, il carme secolare, gli epodi. Tomo primo.
Introduzione di F. della Corte, testo critico di P. Venini, traduzione di L. Canali,
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, Roma 1991, p. 341.
13 Aristofane, Le Commedie, traduzione di b. Marzullo, Newton & Compton,
Roma 2003, p. 129.
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