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b. ZIMMERMANN, Classicismo e anticlassicismo nella filologia e letteratura tedesca alla fin de siècle



                           del presente attraverso lo specchio dell’antichità, che non ha più nulla
                           in comune con la luminosità e l’equilibrio di Weimar, e – sulla base
                           di questa analisi – politica e riforma culturale, o perfino rivoluzione
                           culturale.



                           II.


                           La concezione del dionisiaco di Nietzsche si colloca nella scia di una
                           lunga discussione che risale già all’antichità al cui centro, però, non si
                           trova il “dionisiaco”, bensì il “ditirambico” (διθυραμβῶδες); un fatto
                           di cui ci si dimentica volentieri. Sono in particolare due i testi che de-
                           finiscono la comprensione di che cosa siano “ditirambico” e “dioni-
                           siaco”, e che in un certo senso pregiudicano la discussione dei secoli
                           precedenti l’opera di Nietzsche. Platone, ispirandosi naturalmente ai
                           ditirambi della sua epoca, ricorre all’aggettivo in modo metaforico
                           come eufemismo per “ridondanza”, per neologismi arditi e a volte
                           privi di senso, creati in una sorta di delirio bacchico dai poeti per la
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                           gioia del pubblico . Ma il testo che avrebbe influenzato più di tutti il
                           modo di intendere i termini “ditirambo” e “ditirambico” è l’ode di
                           Orazio in lode di Pindaro. Orazio descrive così l’irraggiungibilità di
                           Pindaro nelle strofe seconda e terza dell’ode IV 2:


                              monte decurrens velut amnis, imbres
                              quem super notas aluere ripas,
                              fervet inmensusque ruit profundo
                              Pindarus ore,


                              laurea donandus Apollinari,
                              seu per audacis nova dithyrambos
                              verba devolvit numerisque fertur
                              lege solutis







                           11  Cfr. Leg. 700a7-701d3; Crat. 409b12-c3; Phaedr. 241e2.



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