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GIULIA FERRI, «Voglio liberarmi dei rimorsi che mi pesano addosso»


                cedonia, dove il Ministero lo manda in qualità di interprete. Savinio ri-
                pone grandi speranze in questa spedizione, come si evince da quanto
                scrive a Soffici, ma si accorgerà ben presto che il suo lavoro è molto si-
                mile a quello che svolgeva nella ci à emiliana:

                   Non una volta […] ebbi modo di me ere la mia conoscenza del greco a profi o
                   della divisione A. M. Un esercito è grande per numero di uomini, di armi e di
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                   mezzi: è anche più grande per numero di cose inutili .

                Savinio non riuscirà né ad avere incarichi più importanti, né a farsi
                trasferire come vorrebbe. Resterà in Grecia fino all’o obre 1918, quan-
                do rientrerà a Milano. Nella scri ura di questo periodo sfoga le sue
                frustrazioni, così come aveva fa o durante il soggiorno a Ferrara. I
                testi si fanno ora marcatamente autobiografici, includendo il racconto
                dell’esperienza in Grecia nelle sue varie tappe. Risale a questo periodo,
                infa i, la scri ura della Partenza dell’argonauta, in cui viene narrato il
                viaggio che da Ferrara conduce Savinio a Salonicco, di Isabella Hasson,
                dell’Orazione sul te o della casa, di Fòskolos, della Turca e del Sogno del
                signor Tu osanto, che raccontano episodi della vita sul fronte greco. I
                primi tre testi citati entreranno a far parte di Hermaphrodito, mentre gli
                altri saranno ogge o di pubblicazioni successive . A essi vanno ag-
                                                                19
                giunti alcuni proge i rimasti tra le carte dell’autore e abilmente ripor-
                tati alla luce da Paola Italia , che si presentano come continuazione,
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                sempre in bilico tra l’autobiografico e la finzione, della narrazione di
                questi mesi. Si tra a di un racconto intitolato L’albergo di Trebisonda, di






                18  A. Savinio, Kataif, in «Corriere d’Informazione», 20-21 dicembre 1948. Ora in Id., Scri i
                dispersi 1943-1952, a cura di A. Tinterri, Adelphi, Milano 2004, p. 984.
                19  Il sogno del signor Tu osanto viene pubblicato in «Ardita», I, 3, 15 maggio 1919, pp.
                133-138. Ora è ripubblicato nel fondamentale studio di P. Italia, Il pellegrino appassionato.
                Savinio scri ore 1915-1925, Sellerio, Palermo 2004, pp. 389-395. Fòskolos e La turca escono
                sull’«Illustrazione italiana» il 1 giugno e il 31 agosto/7se embre 1919 e vengono poi in-
                clusi in A. Savinio, Achille innamorato, Adelphi, Milano 1993, pp. 13-32.
                20  Si vedano a questo proposito: il secondo e terzo capitolo di P. Italia, Il pellegrino ap-
                passionato, cit., e le due parti di Ead., Dopo la partenza dell’argonauta. Nuovi testi di Alberto
                Savinio tra «Hermaphrodito» e «Achille innamorato», in «Antologia Vieusseux», rispe iva-
                mente III, n.s., 7, maggio-luglio 1997, pp. 29-71 e III, n.s., 8-9, maggio-dicembre 1997,
                pp. 51-97.


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