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GIULIA FERRI, «Voglio liberarmi dei rimorsi che mi pesano addosso»


                gruppo di valore destinato ad alti destini» e, in diversi momenti del
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                suo soggiorno a Ferrara, manifesta tu o il suo desiderio di italianità.
                Il 4 febbraio 1916 scrive infa i a Soffici:


                   Dimmi un po’, perché la nostra italianità ti stupisce? Acce o pienamente i tuoi
                   consigli patrio ici ti rassicuro: su quel punto lì siamo pienamente d’accordo .
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                Soffici deve aver meditato sulle ragioni dell’arruolamento dei due fra-
                telli e forse dubitato dell’autenticità del loro amore per l’Italia data la
                loro origine greca, ma Savinio si affre a a rassicurarlo. Qualche gior-
                no dopo, elogiando il libro recentemente pubblicato dell’amico, egli
                si riconosce nella facoltà di «noialtri italiani, di poter ricongiungere i
                nostri artifizi e i nostri sentimenti a quelli che in tu i i tempi gli uo-
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                mini più eccelsi seppero creare» , ribadendo dunque il suo senso
                d’appartenenza.
                     Il soggiorno a Ferrara è però sempre più avvilente («nove mesi
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                di bru ezze» ) a causa delle costrizioni della vita militare e dell’ostilità
                della ci à, che lo tengono lontano dai libri di cui ha bisogno per scrivere
                e da incontri o a ività intelle ualmente stimolanti. Cerca di distrarsi
                a raverso il lavoro e inizia a collaborare con «La Voce», su cui pubblica
                l’articolo La realtà dorata e, a puntate, alcuni capitoli di Hermaphrodito,
                ma anche con «la Riviera Ligure» e «Avanscoperta». Nonostante ciò, si
                ammala diverse volte e ha persino un a acco di nevrastenia . Vorrebbe
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                partecipare alla guerra ben più a ivamente che dalla scrivania ferrare-
                se. Già all’inizio del 1917 si rammarica di non aver «nessuna patente
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                di studi per poter concorrere da ufficiale» e durante la primavera si
                dà da fare per diventare autista militare. Nel maggio 1917, si reca a que-
                sto proposito a Bologna, ma dopo soli dieci giorni è rimandato a Ferrara
                a causa della sua miopia. Finalmente, il 1 luglio si imbarca per la Ma-






                12  Ivi, p. 36.
                13  Le era a Soffici del 4 febbraio 1916.
                14  Le era a Soffici del 12 febbraio 1916.
                15  Le era a Soffici del 7 marzo 1916.
                16  Le era a Soffici del 2 giugno 1917.
                17  Le era a Soffici del 16 gennaio 1917.


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