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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte



                   L’ultimo canto di a esa

                   Italia Italia! è l’ora! ecco, la sorte
                   ti chiama, balza, non tremare, ge a

                   nel gorgo della vita e della morte
                   le ree catene del tuo bel tormento.
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                   La vi oria è dell’anima più forte .

                Pochi mesi passano da questa composizione e lo scenario è già muta-
                to. Non più Napoli, ma Zona di guerra, non più colle ivi sogni gio-
                vanilistici ma l’incontro con la solitudine. Il poeta, con la testa e con
                il cuore sul campo di ba aglia, racconta lo sconforto dell’anima del
                soldato, che è sconfi a ancor prima di incontrare il nemico. La delu-
                sione è esistenziale: la guerra non somiglia alla “festa” marine iana,
                non è un campo in cui seminare eroismo. Nella prosa lirica titolata
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                22 o obre, ore 10.45 il clamore della ba aglia è assente e il poeta in-
                terroga i suoi anni giovanili e le trascorse speranze, scoprendosi solo
                nel campo della vita e, pur non rinnegando le ragioni del suo impe-
                gno militare, ne prende le distanze, firmando l’articolo con il proprio
                nome e non con lo pseudonimo le erario P. Solin, con il quale era so-
                lito siglare le liriche interventiste. Quanto si intuisce dai testi pubbli-
                cati è confermato dalle le ere che invia al cugino Marone , spesso
                                                                          51
                molto brevi, centrate, forse anche involontariamente, sulla spersona-
                lizzazione del confli o. La guerra, azzerando le differenze tra gli uo-
                mini, ne annienta le identità, e i soldati ubbidiscono agli ordini dei
                superiori senza alcuna partecipazione emotiva, soli come sono di
                fronte al fuoco nemico. Nell’o obre del 1916 il confli o ha già perduto
                ogni significato colle ivo:







                49  Id., L’ultimo canto di a esa, in «La Diana», I, 3, marzo 1915, p. 10.
                50  Id., 22 O obre, ore 10.45, in «La Diana», I, 14, 31 o obre 1915, pp. 256-257.
                51  Il Fondo Gherardo Marone – La Diana, conservato presso l’AdN, contiene cinque do-
                cumenti inediti manoscri i inviati da Mario Cestaro a Gherardo Marone tra il 1915 e il
                1917 da Napoli, Padova, Parma.


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