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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte


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                line che il poeta inviò dal fronte , spesso contenenti liriche poi pub-
                blicate sulla rivista napoletana, che in breve tempo divenne la sede
                di divulgazione privilegiata durante gli anni di guerra e contribuì non
                                                                            35
                poco a favorire una felice diffusione della poesia ungare iana . Tale
                corrispondenza, assai preziosa per i documenti le erari che conser-
                va , interessa anche per le opinioni, i suggerimenti sugli sviluppi
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                della rivista, alle volte amari, altre volte costru ivi ed elogiativi, come
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                per i poeti Mario Cestaro e Annunzio Cervi , dianisti della prima
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                34  Le le ere che Ungare i inviò a Marone sono conservate nel Fondo Marone, presso la
                Biblioteca Nazionale “Vi orio Emanuele III” di Napoli, e nel Fondo Gherardo Marone
                – La Diana, presso l’Archivio del Novecento della Sapienza Università di Roma. La
                lunga amicizia tra Ungare i e Marone è testimoniata dalla corrispondenza dal fronte:
                l’edizione completa – stante i materiali d’archivio rinvenuti fino a oggi – delle missive
                inviate da Ungare i a Marone tra il 1916 e il 1918 è contenuta in G. Ungare i, Da una
                lastra di deserto, cit. Si vedano anche i contributi e le edizioni precedenti, almeno G. Un-
                gare i, Le ere dal fronte a Gherardo Marone (1916-1918), a cura di A. Marone, introduzione
                di L. Piccioni, Mondadori, Milano 1978; G. Ungare i, Cartoline a «La Diana», testo a cura
                di M. Raso, note, saggio di le ura e apparati a cura di F. Bernardini Napoletano, in
                «Avanguardia», V, 14, 2000, pp. 4-56.
                35  Come giustamente nota A. Dei: «Se il nome di Ungare i si diffonde fino dal 1917, oltre
                il favore di Papini, è infa i in gran parte merito di Marone e degli amici della “Diana”, che
                iniziano un’opera di propaganda massiccia in tu i gli ambienti e in tu e le riviste a loro
                più vicine, dove appaiono ripetutamente segnalazioni, recensioni e spesso Ungare i è elen-
                cato fra i collaboratori. Non sembra perciò trascurabile, nella storia della poesia di Ungare i
                e della sua fortuna, questa rete di rapporti incentrati nel gruppo della “Diana”», in A. Dei,
                op. cit., p. 29.
                36  Perduto il manoscri o di Fase, primo testo del poeta pubblicato sulla rivista, la prima
                poesia che ricorre nell’epistolario è Malinconia, inviata a Marone nel giugno 1916 e pub-
                blicata in «La Diana», II, 7, 31 luglio 1916, p. 132. Si veda F. Bernardini Napoletano, In-
                troduzione, cit., p. XIV.
                37  Mario Cestaro (Napoli 1894 o 1986-Caserta 1918), cugino di Gherardo Marone, a tredici
                anni era già collaboratore della rivista «La piccola fonte». Collabora alla «Diana» fin dalla
                fase proge uale ed è uno degli autori più costanti nei 25 fascicoli pubblicati. I suoi testi
                furono raccolti in M. Cestaro, Palpebre, edizione postuma a cura degli amici, con tre ritra i
                e scri i di R. Galdieri, A. D’Alba, G. Ungare i, G. Brindisi, G. Marone, Libreria della
                Diana, Napoli 1919. Cfr. il profilo biografico dedicato in La Diana, ristampa anastatica,
                cit., pp. 86-88.
                38  Annunzio Cervi (Sassari 1892-Monte Grappa 1918) è dal 1908 a Napoli, dove abba-
                stanza precocemente comincia a frequentare gli ambienti culturali della ci à, colla-
                borando a riviste e quotidiani. Tra le riviste «Vela latina», di cui è tra i fondatori, e
                «L’Eco della cultura». Dal 1915 inizia a pubblicare sulla «Diana» le Cadenze eprosegue
                la collaborazione anche dopo essere partito volontario per la guerra alla fine del 1915.


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