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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte


                ora che perderanno la vita durante il confli o, il primo per l’epidemia
                di febbre spagnola, il secondo sul Monte Grappa a pochi giorni dal-
                l’armistizio.
                     Ungare i, in una le era del gennaio 1917, discutendo del pro-
                ge o antologico di Marone e suggerendo di circoscrivere il raggio
                degli scri ori da inserirvi – «quali sono tra i nuovi quelli che hanno
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                fa o qualche cosa di veramente significativo?» – ha parole lusinghie-
                re per Cestaro: «è il più poeta di tu i, ha dei momenti che mi impres-
                                                                     40
                sionano e mi fanno presagire cose straordinarie da lui» , un giovane
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                «di prim’ordine» a cui Ungare i indirizza continui saluti e a esta-
                zioni di stima. Mentre in più occasioni commenta i versi di Annunzio
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                Cervi , di cui apprezza l’ironia lirica, e per la poesia No urno in ga-
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                stronomia fornisce un’interessante interpretazione critica:

                   Caro Marone, dimenticavo di dirti bene di Cervi; spinge un motivo fino a raf-
                   freddarlo in un manierismo stupido; fa dimenticare l’essenziale originalità di
                   una sua ispirazione in una prolissità asfissiante di de agli; ma quel che conta
                   è che qui c’è una facoltà nuova di pronta trasfigurazione della realtà con ironia
                   lirica; una sensibilità e un temperamento veramente ricchi .
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                Mario Cestaro e Annunzio Cervi sono due firme fondamentali della
                rivista napoletana. Cestaro, cugino di Marone, è tra i fondatori della
                rivista insieme a Fiorina Centi e a Gherardo , di acceso animo inter-
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                Le Cadenze furono edite in volume presso la Libreria della Diana nello stesso 1918, al-
                cuni mesi prima che l’autore cadesse sul Monte Grappa, il 25 o obre 1918. Cfr. il pro-
                filo biografico dedicato in La Diana, ristampa anastatica, cit., pp. 84-86. Si veda anche
                la riedizione dell’opera del poeta: A. Cervi, Le cadenze d’un monello sardo 1915-1917,
                revisione testuale, introduzione e note a cura di N. D’Antuono, Edisud, Salerno 1991.
                39  G. Ungare i, Da una lastra di deserto, cit., p. 50.
                40  Ibidem.
                41  Ivi, p. 123.
                42  Si vedano le cartoline del 30 e del 31 gennaio 1917 e la le era inviata il 4 febbraio dello
                stesso anno, ivi, pp. 65-70.
                43  A. Cervi, No urno in gastronomia, in «La Diana», II, 11-12, novembre-dicembre 1916,
                p. 212 (in calce è riportata la data di composizione del 15 se embre 1915).
                44  G. Ungare i, Da una lastra di deserto, cit. p. 65.
                45  Si veda la nota 22. Per la storia della rivista si veda N. D’Antuono, op. cit., p. 33,
                nota 1.


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