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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte
Sono obbligato a seguire un noiosissimo corso d’allievo ufficiale, e di fante-
ria, per giunta. […] Nelle ore di ozio dell’ospedale vado costruendo qualche
cosa, cui spero dar compiuta fisonomia. Se a ciò riuscirò, ti regalerò ancora
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qualche cosa per l’Antologia o per la Diana .
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In effe i, è necessario chiarirlo, dei molti collaboratori che avevano in-
vocato l’arrivo della guerra, in pochi si trovarono davvero sul fronte:
molti dianisti parteciparono alla guerra dalle retrovie, assegnati agli
uffici amministrativi, quando non riformati, come è il caso di Marone
stesso. Chi invece si trovò a comba ere in prima linea riconobbe rari
segni di trepidazione, e nessuna esaltazione delle virtù umane, nessun
trionfo nell’uomo che cadeva al di qua o al di là della trincea. Pur non
manifestando apertamente ripensamenti, il confli o bellico provocò
vivide impressioni nell’animo di Marone, che abbandonò piu osto ve-
locemente i toni oratori dei primi articoli, dando inizio a una retorica
della sincerità e ricorrendo a una scri ura più intima, cara erizzata
da frequenti scorci familiari. Non è dunque un giorno di ebbrezza este-
riore quello della partenza per la guerra, bensì un giorno da consacrare
alle cose più umili e agli affe i più grandi, scriveva Marone nel Com-
miato, in apertura del fascicolo 7:
Qualche altra pagina breve prima di partire, per commiato e senza ofanità re-
toriche, né risonanze formali, perché di ciò s’ammantano solo le povere anime
26 L’Antologia della Diana, pubblicata nel 1918, rappresenta uno dei primi tentativi italiani
di sistematizzazione della poesia contemporanea. Nelle le ere indirizzate a Marone e
conservate presso l’Archivio del Novecento, sono molti i corrispondenti che inviano
pezzi per l’Antologia, chiedono informazioni circa i tempi di pubblicazione, domandano
le bozze dei testi per apportare ulteriori correzioni, in un colle ivo augurio affinché Ma-
rone riesca nella “titanica” impresa. G. Ravegnani così scriveva a Marone nel maggio
1917: «Mi spiace delle tue noie militari, speriamo che tu possa restare al tuo lavoro e spe-
cialmente alla compilazione dell’Antologia, cosa importantissima per tu i. Inoltre c’in-
teressano [assai an]che le tue pubblicazioni. Ti auguro di non dover abbandonare il tuo
vero campo di comba imento», G. Ravegnani, le era a Gherardo Marone, ms. aut., ine-
dita, 5 maggio 1917, Ferrara (Fondo Gherardo Marone – La Diana, AdN). T. Interlandi
nell’Antologia della Diana pubblicherà la lirica Brivido.
27 T. Interlandi, le era a Gherardo Marone, ms. aut., inedita, s.d., Cividale (Fondo Ghe-
rardo Marone – La Diana, AdN).
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