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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte


                     L’incontro con la guerra modifica sensibilmente il destino della ri-
                vista: molti collaboratori sono richiamati alle armi, più difficili sono le
                comunicazioni come più laboriosa è la stampa mensile per insufficienza
                di fondi e per gli incarichi militari che coinvolgono anche Marone. Cio-
                nonostante la rivista uscirà fino al primo numero del 1917, grazie all’a i-
                vo impegno profuso da tu i i dianisti che, se pur al fronte, non manca-
                vano di diffonderla, di interce are nuovi le ori e cercare altri collabora-
                tori. Le le ere inedite inviate dai dianisti in guerra a Gherardo Marone,
                conservate presso l’Archivio del Novecento della Sapienza Università di
                Roma , testimoniano la fi a rete intelle uale che si era creata intorno
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                alla rivista, e come queste pagine napoletane rappresentassero per i col-
                laboratori sparsi lungo i confini di guerra un imperdibile appuntamento
                con l’impegno artistico, un antidoto contro la noia dei tempi lunghi delle
                milizie, e un’opportunità per proie arsi in un possibile futuro. La guerra
                era infa i giunta, e non assomigliava ai sogni febbricitanti dei suoi can-
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                tori, «le fiaccole di mille bivacchi» si erano improvvisamente spente.
                Molti soldati lamentavano le lunghe a ese nelle retrovie, oppure i tediosi
                corsi di addestramento o i tempi morti degli ospedali militari, come Te-
                lesio Interlandi che, soldato del Reparto controaerei, è ricoverato all’ospe-
                dale di Cividale (Udine) per una mala ia «inguaribile» :
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                23  L’archivio di Gherardo Marone è conservato in tre sedi differenti: nella sua parte mag-
                gioritaria presso la Biblioteca Nazionale “Vi orio Emanuele III” di Napoli, alla quale è
                stata affidata dagli eredi; in parte presso l’Archivio del Novecento (AdN) della Sapienza
                Università di Roma; in parte presso Palazzo Marone a Monte San Giacomo, in provincia
                di Salerno. Le carte conservate a Roma costituiscono il Fondo Gherardo Marone – La
                Diana, composto da documenti per lo più epistolari indirizzati specialmente a G. Ma-
                rone, alcuni a F. Centi, altri a M. Cestaro, o genericamente alla «Diana». Sono inoltre
                conservate le ere indirizzate da Marone ai familiari concentrate sopra u o negli anni
                1940-1949, un gruppo di corrispondenza indirizzata a terzi e un gruppo di documenti
                manoscri i, di cui una parte a firma Marone e l’altra allegata alla corrispondenza a lui
                inviata. Il fondo è stato acquisito in momenti diversi e in circostanze molto straordinarie,
                per cui si veda il saggio introdu ivo di F. Bernardini Napoletano in G. Ungare i, Da
                una lastra di deserto, cit., pp. XXII-XXV.
                24  M. Vendi i, La guerra riconsacrata, in «La Diana», I, 8-9, luglio 1915, p. 146.
                25  T. Interlandi collaborò unicamente all’Antologia della Diana. Non perse la vita durante
                la Prima guerra mondiale, aderì al fascismo, fu dire ore del quotidiano «Il Tevere», poi
                del se imanale «Quadrivio»; fu ideologo del razzismo e dire ore della rivista «La difesa
                della razza». Si veda il profilo biografico dedicato in La Diana, ristampa anastatica, cit.,
                pp. 100-101.


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