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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte


                dei primissimi fascicoli della rivista, sprovvista di un definito program-
                ma. Nicola D’Antuono descrive gli avvii di questa esperienza le eraria
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                come una «confusa palestra di scri ura» , dove ciascuno scri ore ten-
                tava strade di personalizzazione dell’espressione poetica, in un diffuso,
                ma abbastanza moderato, sperimentalismo, antise ario e aperto alle col-
                laborazioni più differenti, per estendere il raggio d’azione della rivista
                e proporsi come stru urata alternativa alla linea fiorentina.
                     Nella rivista la necessità del confli o, con il suo intrinseco valore
                morale, è centralizzato fin dagli esordi: l’idea della guerra come «igiene
                del mondo» era cara alla piccola e media borghesia italiana, classi sociali
                che pativano più di altre il nuovo asse o economico e sociale e che nella
                recente società di massa faticavano a trovare un’idonea collocazione. I
                nuovi ceti intelle uali, che da queste provenivano, giustificavano il sa-
                crificio della guerra come strumento per abba ere i dissidi tra classi e
                «cercavano di superare la condizione di disagio, tuffandosi nel reale at-
                traverso il filtro della le eratura e dell’arte. La parola le eraria, allora,
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                diventò un grido di protesta» . In una postilla all’articolo di Nicola For-
                nelli, Il socialismo contemporaneo e Augusto Comte, Marone commentava:


                   […] le prime cannonate hanno infrante le vecchie divisioni, hanno rovesciate le
                   piccole barriere e fa o balzare, come un sol uomo, tu o il popolo concorde in
                   un più alto ideale, in una più grande visione. […] Ecco la guerra dunque che ap-
                   pare la grande purificatrice spirituale, la vera igiene del mondo; la guerra che è
                   orribile nella sua manifestazione violenta, ha pure nell’anima titanica la virtù
                   meravigliosa di esaltare le passioni più nobili, purificando lo spirito. Non più
                   confini di classe, ma solo i confini della Patria si veggono; non più il nemico bor-
                                                                              19
                   ghese, ma solo il nemico straniero si affronta con l’impeto di una fede profonda .

                Ecle ismo, patrio ismo, sacrificio: all’interno della redazione i temi più
                discussi erano le terre irredente, la necessità del confli o, la fratellanza
                militare, la crisi del nazionalismo, il rifiuto della classe dirigente italiana,





                17  N. D’Antuono, Wartime e Le eratura: Ebbrezza e Dolore della Jugendkultur, in La Diana,
                ristampa anastatica, cit., p. 12.
                18  Ivi, p. 13.
                19  G. Marone, Notizie, in «La Diana», I, 1, gennaio 1915, p. 22.


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