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MARTINA VOLPE, «Morire secondo i regolamenti». Gli intelle uali della «Diana» al fronte


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                «L’Eco della cultura» . Tutte queste forze intellettuali erano parte di
                un circuito di riviste che si sostenevano reciprocamente, in una vi-
                brante lotta per una nuova direzione culturale, che rifiutasse le stra-
                vaganze futuriste senza soggiacere alla tradizione e fosse capace di
                intercettare e favorire un nuovo sentimento del tempo e delle cose.
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                Di queste aspirazioni la rivista napoletana «La Diana» , che avrebbe
                iniziato le pubblicazioni nel gennaio del 1915 per terminarle nel
                marzo del 1917, fu certamente la migliore interprete.
                     «La Diana» di Napoli deve la sua notorietà le eraria certamente
                al lavoro instancabile del suo principale animatore Gherardo Marone,
                che intuendo il valore di Giuseppe Ungare i ne ospitò le prime liriche
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                – poi raccolte nel Porto Sepolto – e introducendo in Italia la poesia




                inizia le pubblicazioni nel giugno 1916.
                8  «Crociere barbare», rivista mensile fondata a Caserta e dire a da S. Gigliofiorito e da
                E. Jenco. Le pubblicazioni, cominciate nel 1917, terminano nel 1918. Tra le riviste le erarie
                è una di quelle più vicine alla «Diana», insieme alle «Cronache le erarie», «Le Pagine»,
                «La Fonte»: frequenti erano gli scambi di collaboratori tra le testate, che si sostenevano
                per affermarsi sullo scenario nazionale ai danni delle riviste rivali – come la bolognese
                «La Brigata» o la napoletana «Vela latina» – e per imporsi all’a enzione delle riviste mag-
                giori, ovvero le fiorentine.
                9  «L’Eco della cultura», rivista nata a Napoli nel 1914 e dire a da F. Grieco.
                10  Nel 1915 vennero pubblicati 14 fascicoli (di cui due doppi nell’aprile e nel luglio, nn.
                4-5 e nn. 8-9); nel 1916 10 fascicoli (di cui due doppi, nn. 9-10 del se embre-o obre e
                nn. 11-12 del novembre-dicembre); un solo fascicolo (doppio) fu edito nel 1917. Cfr. A.
                Dei, op. cit., p. 3, nota 1. Per consultare la rivista si faccia riferimento a La Diana, ristampa
                anastatica, saggio introdu ivo e apparati a cura di N. D’Antuono, Avagliano, Cava dei
                Tirreni 1990. Il volume è corredato, oltre che da un importante saggio introdu ivo, dal-
                l’indice dell’intera collezione e dai profili biografici di tu i i collaboratori della rivista,
                strumenti fondamentali per ricostruire la storia della «Diana» e il contesto culturale nel
                quale agì.
                11  G. Ungare i, Il Porto Sepolto, Stabilimento Tipografico Friulano, Udine 1916. Marone,
                in una le era inviata a G. Ansaldo pubblicata su «Il Ma ino» di Napoli, ricorda così il
                Natale napoletano con il poeta: «Quando nel 1916 venne a Napoli per la prima volta
                Giuseppe Ungare i con il tascapane pieno delle sole o anta copie del suo Porto Sepolto,
                fui proprio io, se la memoria non m’inganna, che lo accompagnai a casa di Croce e alla
                biblioteca Lucchesi Palli a visitare Salvatore Di Giacomo. Ungare i veniva dire amente
                dalla trincea a trascorrere con noi la licenza invernale ed aveva ancora “i panni sudici
                di guerra”, sicché quella visita acquistò quasi il valore di un simbolo», si veda G. Maro-
                ne, Ricordo di una vecchia rivista, in A. Marone (a cura di), Gherardo Marone 1891-1962, La
                Buona Stampa, Napoli 1969, pp. 145-146. Sull’amicizia tra Ungare i e Marone, testimo-
                niata dalla corrispondenza dal fronte, si veda la nota 35.


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