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ORESTE FLOQUET, All’intersezione tra linguistica dell’exemplum e linguistica del datum
che deuxième non possa terminare una serie (e dunque, per esempio,
deuxième guerre mondiale e non seconde perché potrebbero potenzial-
mente essercene altre).
L’obiettivo della presente ricerca è quello di verificare empiri-
camente la seconda ipotesi e in particolar modo la variante proposta
da Wilmet, che pur collocandosi nell’alveo bisemantico ha tuttavia
elaborato una sua personale visione dei fatti e messo in evidenza al-
8
cuni aspetti nuovi, ancorché in maniera molto sintetica .
Secondo Wilmet, le differenze sono di natura sia sintattica, sia
semantica. Oltre a ricordare la ben nota impossibilità di second a en-
trare nei composti del tipo vingt-deuxième (*vingt-second), egli fa no-
tare che deuxième è più frequentemente in posizione prenominale ri-
spetto a second, il quale – ed è questo l’aspetto che ci interessa mag-
giormente in questa sede – quando è anteposto si presta meglio a
una idea di sostituzione o di svalutazione. Più precisamente, in se-
cond père si intende indicare genericamente l’idea di un secondo ma-
trimonio «après veuvage», successivo quindi alla morte del primo
marito e che rimpiazza quello precedente, mentre in deuxième père
avremmo piuttosto l’idea di secondo matrimonio «après divorce», il
che implica, invece, una trasformazione dello statuto genitoriale e
non una vera e propria sostituzione, giacché in questo secondo caso
è possibile immaginare che il primo padre esista ancora. All’idea di
scambio, si accompagnerebbe, nell’uso di second anteposto (ovvero
che precede il nome), anche quella di valutazione negativa che rima-
ne nella costruzione avverbiale il ne vient qu’en second. Questa sfuma-
tura peggiorativa sarebbe, secondo Wilmet, evidente nei sintagmi
del tipo second rôle, seconde vendeuse et second violon.
Le intuizioni di Wilmet sembrano dunque individuare due
nuclei semantici intorno ai quali è possibile misurare la differenza
tra deuxième e second, ovvero il polo della distinzione contestuale e
quello della distinzione di rango. Nel prosieguo del presente lavoro,
si cercherà di mettere al vaglio questa ipotesi attraverso la discus-
a
8 Cfr. M. Wilmet, Grammaire critique du français, 5 edizione interamente rivista, De Boeck
Duculot, Bruxelles 2010, pp. 475-476.
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