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MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese
quentato di aspergent). Di conseguenza «gli effetti della pratica del
feedback» sarebbero più efficaci in rapporto a un insegnamento
esplicito della regola del plurale perché permetterebbero «l’automa-
tizzazione progressiva» e lo «stoccaggio nella memoria» delle istanze
che nella scrittura richiederebbero un costo di attenzione più basso.
Insomma, «la lettura e/o la produzione verbale scritta indurrebbero
non solo l’automatizzazione delle procedure d’accordo, ma parimenti
la memorizzazione di associazioni tra morfemi “pronti all’uso”». In
questo modo informazioni che sarebbero del tutto dichiarative si tra-
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sformerebbero in adattative .
Lo stesso tipo di effetto è stato suggerito a proposito del-
l’acquisizione della flessione di modo-tempo infinito e participio
/E/. Il fatto che nei manuali scolastici della scuola elementare al-
cuni verbi sono più frequenti nella forma -er e altri nella forma -
é orienta il tipo di errori prodotti dai bambini nella scrittura del
morfema di modo-tempo e sembra convalidare l’ipotesi di una
fase temporanea (terza e quinta elementare) in cui queste forme
flesse sono memorizzate tramite stoccaggio globale della forma
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(base + morfogramma) .
Il dettato rappresenta una situazione di scrittura particolar-
mente privilegiata per osservare in uno spazio testuale ridotto i
possibili errori morfologici sul verbo. Sono tre le maggiori catego-
rie evidenziate .
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A. L’omissione della flessione di plurale (-nt, -s):
les élèves *entre dans la classe;
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les sportifs *épuisé retournent dans *leur vestiaires ;
31 M. Fayol, L’apprentissage de la morphologie du français, cit., pp. 35-36.
32 C. Brissaud, J.-P. Chevrot, P. Lefrançois, Les formes verbales en /E/ entre 8 et 15 ans: con-
traintes et conflits dans la construction de savoirs sur une difficulté orthographique majeure du
français, in «Langue française», 151, 2006, pp. 74-93.
33 M. Fayol, L’apprentissage de la morphologie du français, cit., p. 30.
34 Ibidem.
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