Page 308 - Costellazioni 2
P. 308

MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese


                quando, in francese, pronunciamo [vwaʁ], dobbiamo scrivere voir.
                Si può subito notare che il francese deve coinvolgere, nell’appren-
                dente italofono, un insieme di abilità ritenuto cognitivamente costoso
                                            39
                già per il francese francofono . A fronte dei 37 fonemi e 130 grafemi
                                    40
                della lingua francese , e rispettivamente dei 30 e 21 (+ 5 non indige-
                ni) che ne conta la lingua italiana, si possono intravedere gli ostacoli
                che un italofono incontra nel passaggio dal francese orale alla sua
                scrittura. Citiamo solo, fra le probabili difficoltà, la necessità di rap-
                presentarsi mentalmente che due vocali, l’una accanto all’altra,
                danno un suono diverso: oi /wa/, ai, ei /e/, ou /u/; o che la pronuncia
                unica di uno stesso lessema verbale possa produrre due forme flesse
                diverse: parler/parlé.
                     Tali difficoltà diventano vieppiù marcate se da una morfologia
                lessicale, operante a livello della singola parola, si passa al tratta-
                mento orale e scritto di una morfologia frastica o testuale, come av-
                viene nella prova di dettato, in cui è presente una sequenza di parole
                che occorre “ri-lessicalizzare” attraverso procedure di segmentazio-
                                                            42
                ne e ricorrendo a una «coscienza fonemica» che occorre costruire
                  41
                nel caso dello studente italofono à contre courant degli automatismi
                cognitivi ereditati dalla propria lingua. Basti pensare al campo extra
                alfabetico , allo spazio tra le parole del testo scritto per intenderci,
                         43
                che non ha controparte orale; alla punteggiatura, che è presente solo





                39  M. Fayol, P. Largy, Une approche fonctionnelle de l’orthographe grammaticale, in «Langue
                française», 95, 1992, in M. Fayol, J.-P. Jaffré (a cura di), L’orthographe: perspectives lingui-
                stiques et psycholinguistiques, pp. 81-82.
                40  J.-P. Jaffré, La linguistique et la lecture-écriture: de la conscience phonologique à la variable
                “orthographe”, in «Revue des sciences de l’éducation», I, 29, 2003, pp. 37-49, p. 42. E per
                la controversia si rinvia il le ore ad A. Millet, Au coeur des confusions entre l’écrit et l’oral:
                les représentations de l’orthographe, in «Repères», III, 1,  1991, p. 162; J.-L. Chiss, J. David,
                Débats idéologiques et problèmes théoriques: quel traitement de l’orthographe? in «Langue fran-
                çaise», 95, 1992, in M. Fayol, J.-P. Jaffré (a cura di), L’orthographe, cit., pp. 6-26, disponibile
                online all’indirizzo h p://www.persee.fr/doc/lfr_0023-8368_1992_num_95_1_5769, ul-
                tima consultazione 7 gennaio 2017.
                41  C. Blanche-Benveniste, A. Chervel, op. cit.
                42  M. Fayol, L’orthographe et son apprentissage, cit.
                43  A. Angoujard, J.-P. Jaffré, J. Rilliard, J.-M. Sandon, Comprendre l’orthographe et son ac-
                quisition, in A. Angoujard (a cura di), Savoir orthographier à l’école primaire, Hache e, Paris
                1994, pp. 91-116.


                                                307
   303   304   305   306   307   308   309   310   311   312   313