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MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese
quando, in francese, pronunciamo [vwaʁ], dobbiamo scrivere voir.
Si può subito notare che il francese deve coinvolgere, nell’appren-
dente italofono, un insieme di abilità ritenuto cognitivamente costoso
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già per il francese francofono . A fronte dei 37 fonemi e 130 grafemi
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della lingua francese , e rispettivamente dei 30 e 21 (+ 5 non indige-
ni) che ne conta la lingua italiana, si possono intravedere gli ostacoli
che un italofono incontra nel passaggio dal francese orale alla sua
scrittura. Citiamo solo, fra le probabili difficoltà, la necessità di rap-
presentarsi mentalmente che due vocali, l’una accanto all’altra,
danno un suono diverso: oi /wa/, ai, ei /e/, ou /u/; o che la pronuncia
unica di uno stesso lessema verbale possa produrre due forme flesse
diverse: parler/parlé.
Tali difficoltà diventano vieppiù marcate se da una morfologia
lessicale, operante a livello della singola parola, si passa al tratta-
mento orale e scritto di una morfologia frastica o testuale, come av-
viene nella prova di dettato, in cui è presente una sequenza di parole
che occorre “ri-lessicalizzare” attraverso procedure di segmentazio-
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ne e ricorrendo a una «coscienza fonemica» che occorre costruire
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nel caso dello studente italofono à contre courant degli automatismi
cognitivi ereditati dalla propria lingua. Basti pensare al campo extra
alfabetico , allo spazio tra le parole del testo scritto per intenderci,
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che non ha controparte orale; alla punteggiatura, che è presente solo
39 M. Fayol, P. Largy, Une approche fonctionnelle de l’orthographe grammaticale, in «Langue
française», 95, 1992, in M. Fayol, J.-P. Jaffré (a cura di), L’orthographe: perspectives lingui-
stiques et psycholinguistiques, pp. 81-82.
40 J.-P. Jaffré, La linguistique et la lecture-écriture: de la conscience phonologique à la variable
“orthographe”, in «Revue des sciences de l’éducation», I, 29, 2003, pp. 37-49, p. 42. E per
la controversia si rinvia il le ore ad A. Millet, Au coeur des confusions entre l’écrit et l’oral:
les représentations de l’orthographe, in «Repères», III, 1, 1991, p. 162; J.-L. Chiss, J. David,
Débats idéologiques et problèmes théoriques: quel traitement de l’orthographe? in «Langue fran-
çaise», 95, 1992, in M. Fayol, J.-P. Jaffré (a cura di), L’orthographe, cit., pp. 6-26, disponibile
online all’indirizzo h p://www.persee.fr/doc/lfr_0023-8368_1992_num_95_1_5769, ul-
tima consultazione 7 gennaio 2017.
41 C. Blanche-Benveniste, A. Chervel, op. cit.
42 M. Fayol, L’orthographe et son apprentissage, cit.
43 A. Angoujard, J.-P. Jaffré, J. Rilliard, J.-M. Sandon, Comprendre l’orthographe et son ac-
quisition, in A. Angoujard (a cura di), Savoir orthographier à l’école primaire, Hache e, Paris
1994, pp. 91-116.
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