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FRANCESCA BERNARDINI NAPOLETANO, La Grande guerra nell’immaginario e nella coscienza europea


                Lussu aveva giustificato l’interventismo di matrice democratica e,
                come Greppi, «riteneva doveroso l’intervento militare così da scon-
                giurare l’espansione sull’intero continente europeo dell’autoritarismo
                austro-tedesco». Ma se Greppi privilegiò la rievocazione delle sensa-
                zioni e delle emozioni provate al fronte, Lussu perseguì altri obie ivi:


                   I bersagli erano […] la retorica bellicista, il cinismo delle classi dirigenti e degli
                   alti comandi, l’enfasi patrio arda, la frequenza dell’ordine insensato, il cador-
                   nismo – impersonato in tu o e per tu o dal generale Leone –, l’abitudine di
                   non tener conto dei sacrifici altrui e, in ultimo, lo spreco criminale delle vite.
                   (J. Perazzoli)

                Per Piero Calamandrei lo scoppio della Seconda guerra mondiale costi-
                tuì l’occasione esterna e necessaria per l’elaborazione del suo Diario
                (1939-1945), in considerazione dell’alleanza del fascismo con il nazismo
                e quindi del tradimento degli ideali risorgimentali e irredentisti: l’inter-
                vento nella Grande guerra per Calamandrei, così come per altri suoi
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                compagni di strada (Ghisalberti ), o contemporanei (Omodeo ), conti-
                nua a significare, nel clima del fascismo trionfante, «l’esaltante prospe i-
                va etico-politica del “necessario” compimento del Risorgimento», ma
                priva della consapevolezza che quella prospe iva «in realtà non anima
                e non consolida un comune sentire popolare, ma riesce a malapena, e
                non senza distinzioni e a riti, a coagulare élite colte e ceti più o meno
                abbienti»; Calamandrei continua ad affermare «l’obbligo morale di fe-
                deltà alle motivazioni della guerra democratica, ultima prassi indire a-
                mente politica a disposizione dell’antifascismo laico e democratico, per
                contrastare l’annessione fascista di Vi orio Veneto, dei caduti, dei feriti
                e della “comunità delle sofferenze”» (Valeria Mogavero), pur nella de-
                pressione di fronte al precipitare degli eventi e alla sconfi a storica del-
                l’antifascismo. All’inizio di se embre 1939 Calamandrei scrive: «Tu o





                48  A.M. Ghisalberti, I lavori del congresso, in La Prima Guerra Mondiale. A i del XLI Con-
                gresso di storia del Risorgimento italiano (Trento, 9-13 o obre 1963), Istituto per la storia
                del Risorgimento, Roma 1965, p. 11.
                49  A. Omodeo, Momenti della vita di guerra. Dai diari e dalle le ere dei caduti (1934), Einaudi,
                Torino 1968.


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