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FRANCESCA BERNARDINI NAPOLETANO, La Grande guerra nell’immaginario e nella coscienza europea


                della ba aglia e il dolore della morte, con l’immagine di una cornacchia
                che strappa le carni dal corpo umano ancora vivo)» (Dana Hučková).
                Altro tema significativo della poesia dei preti slovacchi è quello della
                fede: come su tu i i fronti, «il loro compito è quello di esortare i soldati
                a raverso il rafforzamento della loro fede e l’acce azione della volontà
                di Dio, accentuando la perseveranza, la pazienza e la speranza»; «nel
                dramma Bez domu, catalogato come “quadro della guerra in qua ro
                a i”» di Grebáč, i soldati percepiscono «la guerra come ro ura della pa-
                rola divina, in aperta opposizione a essa».
                     Questo sentimento ricorre anche nel Sabato santo di Cavani, so o
                forma di riflessione e poi di interrogazione rivolta dal fante siciliano
                al poeta:


                   Oggi è giorno di pace e noi si stringe
                   un fucil tra le mani! […]
                   Credi tu che con questa avranno fine
                   tu e le stragi? Dopo tanto sangue,
                   credi tu che fra li uomini ritorni
                   l’amore?

                Guido Cavani ha testimoniato la “sua” Grande guerra a raverso do-
                cumenti epistolari ai familiari e frequentando generi le erari “alti”
                come la poesia e la narrativa. A differenza che per altri scri ori, non
                sappiamo quando Cavani iniziò il servizio in guerra, né dove: lo trvia-
                mo nella seconda metà del 1917 in fanteria, nella Brigata Regina; subito
                dopo la fine della guerra, quando ancora era in divisa (fino al 30 giu-
                gno 1919), scrisse le poesie, mai raccolte in vita, nelle quali esprime
                «la visione dolorosa / del paesaggio» (Il sabato santo) nel rapporto tra
                la natura primaverile, che ispira l’idillio e la serenità, e il soldato chiuso
                nella trincea, con la visione atroce della morte dei compagni: «Orrore,
                sangue, disperazione, assurdità del tu o e sua eternità sono le costanti
                espressive delle poesie come già delle le ere ai familiari» (Fabio
                Marri). Come le poesie scri e al fronte o subito dopo la fine della guer-
                ra anche da altri poeti, questi testi di Cavani non presentano il cara ere
                monodiscorsivo peculiare della poesia, ma recuperano invece la plu-
                ridiscorsività della narrazione epica: nel Sabato santo, non a caso, è nar-
                rato un episodio di guerra, con i personaggi del poeta e del fante sici-



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