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FRANCESCA BERNARDINI NAPOLETANO, La Grande guerra nell’immaginario e nella coscienza europea
liano che dialogano, con un finale tragico e sullo sfondo il paesaggio,
ora idilliaco, ora premonitore. La guerra, rimossa dalle poesie edite,
ritorna invece nei racconti pubblicati negli anni Cinquanta e raccolti
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nei Racconti in penombra nel 1967, con accenti di cupo e crudo reali-
smo. Marri ricostruisce e interpreta l’opera e la personalità di Cavani
a raverso le opere edite o rare e i documenti dell’archivio.
Un elemento di ulteriore interesse, da un punto di vista storico e
memoriale, nell’opera di Cavani è il richiamo alla guerra come luogo
di incontro tra “diversi” e di formazione di un’identità nazionale. Al
fronte si trovarono a condividere tu o soldati di diversa condizione
sociale e di diversa provenienza regionale: questo aspe o della Grande
guerra, che ricorre, con maggiore o minore frequenza, in tu i gli autori,
rappresentò la vera occasione di fusione di realtà e mentalità diverse
in un’identità nazionale condivisa. La mescidazione di lingua italiana
e diale o/diale i, particolarmente efficace in Jahier e in Gadda, esprime
un percorso di conoscenza per i soldati che li porta alla reciproca com-
prensione e alla solidarietà. Un film come La grande guerra (1959) parte
proprio dalle divisioni provocate dai pregiudizi e dalla rivalità campa-
nilistica tra Roma e Milano per raccontare la storia dei due protagonisti,
il romano Oreste Jacovacci e il milanese Giovanni Busacca, che dopo i
primi incontri confli uali si troveranno a condividere la stessa sorte,
legati da un forte vincolo di amicizia, e moriranno insieme, diventando
eroi per caso e alla fine per scelta; nel capolavoro di Monicelli questo
tema centrale si inscrive nella demistificazione del mito della guerra e
del popolo eroico; lo spirito nazionale unitario che, almeno in parte, si
realizza per i due protagonisti, è antagonistico rispe o ai comandi e
alle istituzioni responsabili del massacro e della disfa a di Capore o.
Questa componente “positiva” della guerra, di incremento di
conoscenza reciproca, è testimoniata in vari testi, nei quali la guerra
può rappresentare anche l’occasione di conta o, di incontro e non solo
di scontro, con il nemico: la prigionia a Celle Lager fu l’occasione per
Tecchi per approfondire la conoscenza della lingua e della cultura te-
desca, di cui diventò uno specialista e che insegnò in varie università,
55 G. Cavani, Racconti in penombra (1967), Cooptip, Modena 1967.
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