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FABIO ECCA, Scandali nella Grande guerra europea: i sovrapprofi i di guerra


                volta alla parcellizzazione della produzione, politiche orientate ad age-
                volare le trasformazioni societarie e, quindi, l’integrazione di società pre-
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                cedentemente concorrenti tra loro . Tale rivoluzione del sistema produt-
                tivo inglese era a uata in accordo con gli imprenditori locali, i quali ve-
                nivano comunque lasciati liberi di organizzare la propria produzione
                come meglio credevano, seppur all’interno dei pale i posti dal Ministero,
                ed erano sospinti dalla prospe iva di realizzare ingenti profi i, grazie
                al pagamento di prezzi volutamente elevati.
                     La Germania, contrariamente a quanto accaduto in tu i gli altri
                Paesi finora esaminati, aveva preparato la propria Mobilitazione in-
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                dustriale già prima dello scoppio del confli o : economia, industria,
                commercio e finanza erano stati precedentemente organizzati allo
                scopo di sostenere l’esercito. L’organizzazione della produzione bellica
                tedesca era improntata, durante la Grande guerra, su una larga e in-
                tensa a ività di sorveglianza che lo Stato tedesco operava sui produt-
                tori privati a raverso la creazione di numerosi uffici pubblici. Essi ave-
                vano infa i il compito di indirizzare la produzione, controllare gli in-
                vestimenti, consegnare le materie prime e stabilire i prezzi da pagare.
                Al vertice della Mobilitazione industriale teutonica vi era la sezione
                per i materiali bellici, a sua volta suddivisa in numerose so osezioni
                secondo i singoli rami merceologici, che, gestita dal magnate dell’in-
                dustria tedesca Walter Rathenau, governava le fabbriche della Germa-
                nia a raverso regolamentazioni e disposizioni quotidiane. Queste ul-
                time, tu avia, non sarebbero riuscite a risolvere definitivamente le nu-
                merose disfunzioni presenti in questo modello organizzativo e gestio-
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                nale . Non vi era, infa i, quella che potremmo definire una «linea di





                18  S. Pollard, The Development of British Economy (1914-1950), E. Arnold, London 1962,
                pp. 54 e ss.
                19  A tal proposito cfr. N. Stardgardt, The German Idea of Militarism: Radical and Socialist
                Critics 1866-1914, Cambridge University Press, Cambridge 1994; G.D. Feldman, The
                Great Disorder: Politics, Economics and Society in the German Inflation (1914-1924), Oxford
                University Press, New York-Oxford 1993; Id., Army, Industry and Labor in Germany, cit.
                20  Cfr. P. Wulf, Le premesse ideali dell’industria tedesca nella ristru urazione dell’economia
                dopo la Prima guerra mondiale, in P. Hertner, G. Mori (a cura di), La transizione dall’economia
                di guerra all’economia di pace in Italia e in Germania dopo la Prima guerra mondiale, il Mulino,
                Bologna 1983, p. 182.


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