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FABIO ECCA, Scandali nella Grande guerra europea: i sovrapprofi i di guerra
L’esperienza inglese era stata, invece, cara erizzata da un elemento di
forte innovazione: l’abbandono delle tradizionali politiche liberiste e la
decisione di a uare un intervento più deciso e dire o dello Stato sui si-
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stemi produ ivi . Nel Paese in cui le relazioni economiche erano tradi-
zionalmente improntate sul libero scambio e sul laissez faire lo Stato as-
sumeva, durante la Prima guerra mondiale, un ruolo più a ivo. Non a
caso, nel 1915 il Regno Unito si dotava di due nuovi, importanti uffici
pubblici: il Ministero per le Munizioni (Ministry of Army and Munition),
guidato dal deputato ed esponente del radicalismo liberale David Lloyd
George; il Comitato di Guerra, organo di coordinamento composto dai
delegati di tu i i ministeri chiave. L’a ività produ iva era ancora una
volta affidata principalmente agli imprenditori privati ma, nel caso in-
glese e contrariamente a quello francese, gli uffici pubblici mantenevano
fin dall’inizio tu i i propri principali poteri gestionali e organizzativi.
Solo a essi spe ava il compito di decidere quali procedure contra uali
ado are con i fornitori privati e solo essi dovevano indicare la quantità
e la qualità del materiale bellico da produrre, potendo tra l’altro control-
larla in ogni momento. In poche parole, il governo inglese realizzava
quella che alcuni studiosi hanno definito una «intesa fra capitale e Stato»,
grazie alla quale venivano definiti nuovi strumenti operativi all’interno
di un sistema basato su «una combinazione di cartelli orizzontali e di
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trust verticali» . Lo stesso Lloyd George avrebbe so olineato infa i come
il suo Ministero per le Munizioni era «from first to last a business-orga-
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nization» . L’efficacia e l’incisività di tale politica industriale erano state
rese possibili dalla presenza di numerosi funzionari civili in seno al Mi-
nistry of Army and Munition i quali, altamente preparati, avevano con-
tribuito alla razionalizzazione del sistema produ ivo britannico. Essi in-
fa i non solo vigilavano sull’esecuzione dei contra i ma, sopra u o,
contribuivano a me ere in a o, diversamente dalla Francia e – come si
vedrà – anche parzialmente dell’Italia, dove si era a uata una politica
15 Anche in questo caso vedi bibliografia in nota 5.
16 V. Foa, Operai e governo in Gran Bretagna, in G. Procacci (a cura di), Stato e classe operaia in
Italia durante la Prima guerra mondiale, FrancoAngeli, Milano 1983, p. 314.
17 D. French, The Rise and Fall of “Business as Usual”, in K. Burk (a cura di), op. cit., p. 40.
[«dal primo all’ultimo un’organizzazione d’affari»].
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