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FABIO ECCA, Scandali nella Grande guerra europea: i sovrapprofi i di guerra


                Munizioni, il cui compito era quello di gestire gli aspe i contra uali
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                che avrebbero dovuto normare tale rapporto . Quest’ultimo impor-
                tante ufficio svolgeva tre sostanziali compiti: raccogliere le materie
                prime per la costruzione di armi e munizioni, acquistandole nel mer-
                cato interno o estero; provvedere ad assicurare i trasporti delle stesse
                materie prime; sovraintendere a tu a l’amministrazione di questi ser-
                vizi e della produzione bellica in generale. Al Comitato Centrale di
                Mobilitazione Industriale spe ava invece il compito di aumentare e
                disciplinare gli operai e la dirigenza adde a agli stabilimenti preposti
                alla produzione bellica. La loro guida era stata affidata a un militare
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                di carriera, il generale Alfredo Dallolio , il quale era stato chiamato
                a gestire una macchina statale cara erizzata da numerose contraddi-
                zioni, dovute in particolar modo al fa o che questa doveva contem-
                poraneamente essere sia il grande commi ente delle industrie private
                sia il loro organizzatore, spesso non particolarmente efficiente. In par-
                ticolare, l’impreparazione dell’Amministrazione delle Armi e Muni-
                zioni a governare e a coordinare i vari uffici sorti durante la guerra
                avrebbe portato l’Italia a non gestire pienamente e o imamente lo
                stesso processo di produzione del materiale bellico destinato all’eser-
                cito italiano. Basti citare, per esempio, il fa o che nessun ufficio pub-
                blico «sembrava conoscere l’ammontare complessivo delle varie com-
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                messe e a chi erano state affidate» e che solo il generale Dallolio
                aveva il quadro completo di tu i i contra i in corso di esecuzione.
                Queste informazioni erano tenute «gelosamente segrete […], annotate
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                in un suo personale taccuino» . Inoltre, è stato provato come molti





                falansteri? La lunga parabola degli arsenali (1800-1930), in N. Labanca, P.P. Poggio (a cura
                di), Storie di armi, Unicopli, Milano 2009, pp. 43-56; D. Bigazzi, Il Portello. Operai, tecnici e
                imprenditori all’Alfa Romeo (1906-1926), FrancoAngeli, Milano 1988; B. Bezza, Salario e can-
                noni: tra la fabbrica e il fronte durante la Grande guerra, Ediesse, Roma 1984; A. Camarda, S.
                Peli, L’altro esercito: la classe operaia durante la Prima guerra mondiale, Feltrinelli, Milano 1980.
                23  Cfr. in particolar modo P. Carucci, Funzioni e cara eri del Ministero per le armi e muni-
                zioni, in G. Procacci (a cura di), Stato e classe operaia, cit., pp. 60-78.
                24  Su di lui cfr. A. Assenza, Il generale Alfredo Dallolio: la mobilitazione industriale dal 1915
                al 1939, Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico, Roma 2010.
                25  F. Amatori, op. cit., p. 118.
                26  L. Tomassini, L’Ansaldo e la Mobilitazione industriale, in V. Castronovo (a cura di), L’Ansaldo
                e la Grande guerra, 1915-1918. Storia dell’Ansaldo, Laterza, Roma-Bari 1997, vol. 4, p. 39.


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