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FABIO ECCA, Scandali nella Grande guerra europea: i sovrapprofi i di guerra


                una gestione che potremmo definire semplicemente caotica. Soprat-
                tutto tra il 1914 e il 1915, infatti, il rapporto tra Stato francese e for-
                nitori privati sembra essere stato caratterizzato da numerosi contrasti
                di competenza e dalla mancanza di direzione e coordinamento pub-
                blico. Il governo transalpino aveva infatti deciso di affidare la pro-
                duzione bellica quasi interamente alla buona volontà delle organiz-
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                zazioni imprenditoriali , assegnando il solo coordinamento e la ge-
                stione delle commesse al colonnello Reboul, che agiva su indicazione
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                del ministro della Guerra Millerand . Solo quest’ultimo era titolato
                a firmare i contratti di fornitura, nella maggior parte dei quali era
                coinvolto uno dei tre grandi monopoli industriali transalpini del-
                l’epoca: il gruppo Schneider, specializzato nella produzione siderur-
                gica; il gruppo Marine-Homécourt, attivo soprattutto nella cantieri-
                stica; il cartello Chatillon-Commentry, la cui produzione compren-
                deva armi portatili e armi pesanti e tutto il relativo munizionamento.
                Accanto a loro, crescevano in pochi mesi numerose nuove realtà im-
                prenditoriali che si organizzavano in maniera consociativa attorno a
                un’impresa guida, spesso facente capo a uno dei tre monopoli sopra
                citati. Nasceva così quel che potremmo definire il «modello organiz-
                zativo francese», basato sostanzialmente sull’istituzione di Comités,
                associazioni di imprenditori preposti dallo Stato alla produzione di
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                una determinata categoria merceologica . In cambio, gli industriali




                10  Cfr. F. Braudel, E. Labrusse (a cura di), Histoire économique et sociale de la France, Le
                temps des guerres mondiales e de la crise (1914-1950), PUF, Paris 1980, vol. 42, p. 663.
                11  Risulta particolarmente interessante a questo proposito la sua testimonianza: cfr. F.
                Reboul, Mobilisation industrielle. La fabrication de guerre en France de 1914 à 1918, Burger,
                Paris 1925.
                12  Non a caso, negli ultimi mesi del 1914 gli uffici pubblici francesi scrivevano alle or-
                ganizzazioni imprenditoriali: «[…] J’ai invité les directions de mon département qui
                passent des commandes aux industriels adhérents à vos groupements, à se me re di-
                rectement en rapport avec vous pour assurer la répartition et l’exécution de ces com-
                mandes. Je serai désidereux qu’en donnant tous vos soins à ce e rapide exécution,
                vous vous efforciez de maintenir en activité la population ouvriére du plus grand
                nombre d’usines et d’ateliers qu’il vous sera possible», G. Lefranc, Les organisations
                patronales en France, Payot, Paris 1976, p. 54 («Ho invitato i vertici del mio dipartimento
                che fanno ordinazioni agli industriali aderenti ai vostri consorzi a me ersi dire a-
                mente in conta o con voi per assicurare la distribuzione e l’esecuzione di questi ordini.
                Io desidero che tu a la vostra a enzione sia rivolta a una loro rapida a uazione: fate


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