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DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»


                mese e malgrado la sua chiesa a Stara Pazova sia grande e bisognosa,
                il giorno del suo trentesimo compleanno, il 4 agosto 1914, entra a far
                parte dell’esercito. Vi rimane qua ordici mesi, nelle guarnigioni di
                Mostar, Sarajevo e Tuzla. Ritorna a casa malato nell’autunno 1915. Pia-
                                                                       25
                nifica di raccontare l’esperienza bellica nelle sue memorie .
                     Il giorno della partenza, il 4 agosto 1914, VHV scrive un compo-
                nimento che intitola Literárny testament (Testamento le erario). Secondo
                il testo, nel caso della sua morte durante la guerra con la Serbia, i suoi
                eredi avrebbero dovuto garantire la pubblicazione della sua opera e
                creare un fondo fiduciario a sostegno delle pubblicazioni di opere
                drammatiche simili alle sue (Archivio Centrale SECAV in Serbia).
                     VHV scrive le impressioni e le esperienze del suo servizio militare
                in un quaderno intitolato Smes II. Idey a kostry 1914 (Varie II. Idee e scheletri
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                1914) . Come idee sono indicati abbozzi di futuri lavori le erari, schemi
                di opere, impressioni per future idee le erarie. Altre annotazioni hanno
                il cara ere di scri i diaristici, come per esempio la descrizione della ma-
                la ia del gennaio 1915. Alcuni appunti sono in tedesco.
                     VHV apre il 1914 con cinque domande: «1. Perché questa è la
                guerra dei popoli? 2. Chi è responsabile dell’incendio del mondo? 3.
                Chi ne trae vantaggio? 4. Chi curerà le ferite? 5. Chi ne risponderà?»
                (Archivio Centrale SECAV in Serbia). Queste erano (e continuano a es-
                sere) domande fondamentali, rimaste allora senza risposta.
                     Nel quaderno non si trovano solo le idee non realizzate, ma
                anche trascrizioni di testi poi pubblicati – poesie (K Veľkému piatku 1915
                [Sul grande venerdì 1915], Pod obrazom uboleného Krista [So o il quadro
                del Cristo sofferente]) e brevi prose (Čo je jednotlivec – dva obrázky z vojny
                [Che cosa è l’individuo – due immagini della guerra]). Quando il testo viene
                pubblicato, VHV strappa la pagina del giornale e l’incolla sopra il testo
                scri o a mano. Uno dei testi pubblicati è una breve prosa allegorica
                Bájka o neznámej deve (Fiaba sulla fanciulla sconosciuta), con il so otitolo
                Obrázok z vojny (Quadre o della guerra), che esprime l’opinione che solo
                l’amore sia in grado di fermare il furore e la dispersione di sangue del





                25  VHV, Vlastný životopis. Pokračovanie 3. Farár a vojna. 1914-1918, in «Národná jednota»,
                XVI, 14, 1935, pp. 2–3, p. 2.
                26  K. Verešová, VHV a prvá svetová vojna, in «Hlas ľudu», 29/4604, 2014, p. 21.


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