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DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»
nista con inclinazioni al simbolismo, nell’opera del periodo bellico
Rázus esprime la sua posizione antimilitaristica con una poetica di
tipo riflessivo, i cui rappresentanti nella poesia slovacca sono autori
della generazione a lui precedente, Hviezdoslav e Vajanský. Scrive
molto, di ge o e spesso in modo improvvisato, come a voler fare uno
schizzo, in forma incompleta e senza conclusione, con un accento sul
messaggio. Dell’instabile livello artistico dei suoi versi è egli stesso
consapevole: «In questi lavori non si tra a di arte, ma principalmente
della lo a ideologica cui ho dato inizio nel segno del cristianesimo,
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dell’umanità e del patrio ismo sincero» .
Le poesie pubblicate a partire dal 1915 in riviste e quotidiani –
saggi sulla guerra, ballate, preghiere, ma anche lamenti, richieste e so-
pra u o sospiri (introduzioni in versi alle prediche con la funzione di
saluto del predicatore o di benedizione della Parola di Dio annuncia-
ta), trovano nell’opinione pubblica culturale slovacca una vasta eco.
La loro raccolta in due volumi avviene già durante la guerra, ma la
pubblicazione della prima raccolta di poesie Z tichých i búrnych chvíľ
(Dei momenti di silenzio e di tuono) esce solo nel gennaio 1918 e la se-
conda, To je vojna! (È la guerra!), nel 1919.
La pubblicazione del primo libro è un avvenimento per la vita
le eraria del periodo. Vladimír Roy vi si riferisce nella le era a Rázus
del 2 agosto 1918: «anch’io a endo nella speranza il “giorno bianco”
di cui canti, lo aspe iamo tu i, sopra u o quella parte che si trova in
esilio sul campo di ba aglia. […] il tuo libro viene con me in guerra,
farà parte del mio breviario le erario. Perché è comunque il breviario
della nostra vita» . Il secondo libro è una raccolta di poesie pubblicate
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durante la guerra su riviste all’interno del ciclo aperto C´est la guerre!
dominato anche dal desiderio di cogliere la catastrofe mondiale legata
al destino umano individuale e la situazione della nazione vi ima.
Rázus modella non solo la situazione dei civili, ma rende con efficacia
anche l’ambiente del fronte (per esempio nella poesia Na bojišti [Sul
campo di ba aglia], datata 8 o obre 1915).
32 A. Šimkovič, S. Votrubová, Korešpondencia Františka Votrubu (1902-1944), Vydava-
teľstvo SAV, Bratislava 1961, pp. 393-394.
33 V. Roy, le era a Martin Rázus del 2 agosto 1918, cit.
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