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DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»


                     Nella prima edizione della raccolta del 1919 e in quella del 1943
                sono assenti qua ro poesie che si trovano manoscri e nel quaderno
                di lavoro (Archív Múzea Janka Kráľa, Liptovský Mikuláš, MJK). Si trat-
                ta delle poesie Na Ježiška (A Gesù), Hrdina (L’eroe), Pieseň (K lúčeniu so
                zvonami) (Canzone [sul commiato alle campane]) e Dvaja kňazi (Due sacer-
                doti); di queste le prime tre sono state pubblicate su rivista («Stráž na
                Sione», «Živena», «Cirkevné listy») nel 1915 e nel 1916. La poesia Dvaja
                kňazi introduce nella parte finale un motivo nuovo e del tu o singolare
                per il contesto slovacco in merito alla raffigurazione della guerra: l’uni-
                versalità della fede senza riguardo alla religione. Dal punto di vista
                del genere, si tra a dell’unione tra un testo poetico e uno pastorale.
                Nella prima parte si trova la traduzione di un estra o dalla predica di
                un prete ortodosso, la seconda è un’aggiunta poetica dalla posizione
                del pastore evangelico; il testo originale di Rázus è separato dalla pre-
                dica presa in prestito a livello grafico (con una pausa) e con l’interpun-
                zione (uso delle virgole e).
                     Rázus reagisce alla guerra anche con il lavoro teatrale, con la tra-
                gedia in tre a i Hana (la datazione del testo è incerta, si muove tra il
                1916 e il 1919, il lavoro viene messo in scesa al Teatro Nazionale Slo-
                vacco di Bratislava nel 1920). La pièce rimanda al dramma realistico
                slovacco d’ambiente rurale, ma modernizzato a raverso un rafforza-
                mento della psicologia dei personaggi all’interno della poetica del sim-
                bolismo e dell’impressionismo. A livello tematico si concentra sulla
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                tensione tra «le norme di Dio e quelle degli uomini» .
                     La crescita della posizione antimilitarista di Rázus è manifestata
                anche dalla sua pubblicistica religiosa sulla rivista missionaria «Cir-
                kevné listy», dove nel 1915 pubblica due articoli sul rapporto tra la
                guerra e la religione, Vojna a náboženstvo (La guerra e la religione) e Ná-
                boženský optimizmus (O imismo religioso) e nel 1919 il saggio Duchovná
                revolúcia (Rivoluzione spirituale). Rázus percepisce la guerra come una
                terribile catastrofe senza logica, una crisi del pensiero del tempo. Spera
                che dopo la guerra la Chiesa cambi il suo rapporto con Dio, riconosca
                come sue priorità i valori etici, perché una nuova riforma può avvenire






                34  D. Kročanová, op. cit., pp. 248-249.


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