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DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»


                sura postale. La sigla riportata A.O.K.(Armeeoberkommando in tedesco,
                il comando dell’armata) era parte integrante di queste dotazioni di
                controllo, dove, come osserva la storica Gabriela Dudeková, «il rap-
                porto del regime militare con la popolazione era cara erizzato dalla
                richiesta della volontà di sacrificarsi per la propria patria e lo sforzo
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                di avere il maggior controllo possibile» .
                     Roy vive con difficoltà il proprio silenzio creativo durante la
                guerra. In una le era a Martin Rázus del 2 agosto 1918, durante una
                vacanza di due se imane dal fronte, cara erizza la propria situazione
                con le seguenti parole: «sono maturato, così mi sembra, prima di quan-
                to pensassi. Le dure prove della vita, e in parte anche le esperienze del
                campo di ba aglia, dove oramai vivo da due anni, ora mi sento più a
                casa là che non qui dove sono “a casa”, dove comunque nulla mi ap-
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                partiene […], mi hanno zi ito» .
                     Scrive del suo silenzio poetico anche in un’altra le era a Rázus,
                dopo il ritorno dal fronte italiano, datata 7 agosto 1918. Entrambe le le e-
                re rappresentano una testimonianza documentaria unica sull’esperienza
                personale della guerra dal punto di vista del sacerdote e del poeta, in
                quanto le parole di Roy non rimandano solo ai mutamenti della sua spi-
                ritualità per influsso della guerra, ma confermano anche la sua profonda
                esperienza personale di essere parte del confli o. Scrive nella le era:


                   Nel cuore si inaridisce il sentimento e la melanconia prende il suo posto. A volte
                   – de o in sincerità – incalza anche l’insubordinazione e con la dipartita dell’ani-
                   ma perdiamo la fede e la speranza nella possibilità di un futuro migliore. Qual-
                   che volta giaccio sulla branda ore intere, immerso in un fumo denso… gli sforzi
                   del corpo contro le insufficienze spirituali e un peculiare stato mentale sono nulla
                   – giungono momenti in cui ti appare chiara, albeggia in te, dilaga in te una strana
                   follia ultraterrena, come un barlume della bellezza d’oltretomba, dell’essere più






                18  G. Dudeková, Vojenská cenzúra korešpondencie. Niekoľko úvah o vzťahu armády a spo-
                ločnosti za prvej svetovej vojny, in Miles Semper Honestus. Zborník štúdií vydaný pri príležitosti
                životného jubilea Vojtecha Dangla, a cura di V. Segeš, B. Šeďová, Vojenský historický ústav,
                Bratislava 2007, pp. 125-135, 135.
                19  V. Roy, le era a Martin Rázus del 2 agosto 1918, in Slovenská národná knižnica Mar-
                tin, Archivio Le erario (LA SNK), collocazione 45 G 42.


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