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DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»



                   Il giorno segue il giorno, tu o è pieno di impressioni multiformi e tu o scorre
                   sopra di me in un me glaciale. Non faccio alcun tentativo di raccogliere im-
                   pressioni ed esperienze. […] ero così emozionato al pensiero dell’immenso ma-
                   teriale che avrei raccolto in guerra, un capitale cui avrei messo mano dopo la
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                   guerra .
                Nonostante scriva ripetutamente di non avere più alcun interesse, e
                di vivere solo fisicamente e non spiritualmente, continua a scrivere
                alla sorella affinché si prenda cura dei suoi manoscri i del periodo
                della prigione, rimasti presso la sua ex fidanzata, perché potrebbe uti-
                lizzarli in futuro pur non sapendo ancora con certezza in che modo.
                La raccolta di le ere indirizzate alla sorella termina con una breve nota
                d’ufficio in cui viene comunicato il suo suicidio con un colpo di pistola.
                I famigliari però non credono a quella nota: «Ufficialmente ha com-
                messo suicidio, ma secondo le informazioni di numerosi suoi cono-
                scenti sul fronte è stato colpito alla schiena» (Ministero degli Interni
                della Repubblica Slovacca – Archivio di Stato a Bytča,  MV SR –  ŠA
                BYTČA). Ivan Lilge muore e il suo nome si perde. Rimangono solo i suoi
                testi sui periodici locali del tempo e piccole note nelle storie della le e-
                ratura slovacca che dicono di un giovane, produ ivo, agile e speran-
                zoso autore morto in guerra.




                Sacerdoti tra i civili

                Uno dei poeti slovacchi che nel periodo bellico affronta ripetutamente
                e con insistenza l’orrore e lo shock della guerra è il pastore evangelico
                Martin Rázus (1888-1937). Reagisce in forma poetica, drammatica e
                pubblicista: «La guerra obbliga Rázus a rivedere valori e idee […] la
                guerra risveglia in Rázus il poeta-tribuno e il poeta-coscienza della na-
                zione, il poeta-vate e il maestro, l’uomo di pensiero e lo psicologo
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                dell’umore di vasti strati popolari» . Pur iniziando come un moder-




                30  Id., posta militare, le era a Hana Gregorová del 15 se embre 1917, LA SNK.
                31  M. Gáfrik, Martin Rázus I. Osobnosť a dielo (1888-1923), Národné literárne centrum,
                Bratislava 1998, p. 103.


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