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DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»


                del sogge o. Il suo «quadro» della guerra comprende anche dei testi
                teatrali, come per esempio Bez domu (Senza casa, in «Národnie noviny»,
                1916) o Invalid (L’invalido, in «Slovenské pohľady», 1916).
                     Nel dramma Bez domu, catalogato come «quadro della guerra in
                qua ro a i», Grebáč reagisce ai destini dei civili di Halič. Fanno da
                sfondo fa i reali del periodo come le tombe militari nelle zone vicino
                alla linea del fronte, l’insufficienza di cibo e le razioni, la fusione delle
                campane, l’arricchimento sulle dotazioni dell’esercito, l’antisemitismo
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                o i giochi dei bambini con i soldati . Accanto alle persone semplici,
                nel testo teatrale ricoprono un ruolo importante i militari e la figura
                del sacerdote, raffigurato come il buon pastore che cura il suo gregge
                anche in tempi di esodo. Malgrado i soldati percepiscano la guerra
                come ro ura della parola di Dio, in aperta opposizione a essa, acce a-
                no la spiegazione offerta dal sacerdote dell’interpretazione della guer-
                ra come punizione divina. Riprendendo una le ura più recente, «è
                evidente che l’interpretazione religiosa della storia fosse in quel pe-
                riodo largamente più diffusa e comprensibile rispe o a quella rivolu-
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                zionaria e della lo a di classe» .
                     Sacerdote militare è anche Vladimír Roy, modernista e decaden-
                tista presente sulla scena le eraria slovacca dal 1907 e chiamato al ser-
                vizio militare alla fine del 1916. Dalla piccola ci adina di Púchov, dove
                è pastore evangelico, parte per la guerra e ritorna a casa dal fronte ita-
                liano insieme ai legionari cecoslovacchi dopo un breve soggiorno a
                Lubiana nel dicembre 1918. Durante la guerra è a ivo presso qua ro
                reggimenti, sul fronte russo e italiano. Gli anni del servizio in guerra
                costituiscono per lui un’esperienza esistenziale traumatica, che turba
                in modo profondo la sua a ività poetica. Proprio per il suo silenzio,
                rispe o invece alla produ ività poetica prebellica, viene criticato dal-
                l’opinione pubblica coeva.
                     Tu avia, Roy scrive durante la guerra, ma in misura minore ri-
                spe o al periodo precedente. I suoi dialoghi poetici con Cristo del 1915





                10  D. Kročanová, Prvá svetová vojna v slovenskej dráme, in Výkrik. Voľba. Vojnová a povsta-
                lecká téma v slovenskej dráme 20. storočia: 1. zväzok, Divadelný ústav, Bratislava 2014, pp.
                246-256.
                11  Ivi, p. 253.


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