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DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»


                poesie, possiamo aggiungere al tema della guerra il frammento non da-
                tato delle ultime volontà di Roy, Koľko nás pôjde do boja (Quanti di noi an-
                dranno in ba aglia), che sviluppa il motivo dell’intrepido davanti alla
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                morte e della decisione di morire «per difendere la patria» .
                     Nel medaglione su se stesso scri o nel 1931 Roy racchiude la
                sua fase esistenziale della guerra come segue:


                   sono emerso vivo dalla bolgia sanguinolenta della guerra mondiale, seppure
                   pensavano di me che fossi scomparso e mi piansero […] ringrazio Dio di poter
                   dire penso, ergo vivo e sono convinto che l’uomo debba stare al continuo ser-
                   vizio della grande, magnifica opera dell’amore se vuole sfuggire la dispera-
                   zione, l’affanno, i dubbi, la rovina e la distruzione .
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                Proprio questo conce o, questa coscienza del servizio è uno dei mo-
                menti che definiscono la percezione della propria situazione in tempo
                di guerra non solo per Roy, ma per la maggioranza dei suoi colleghi.
                     Anche Vladimír Hurban Vladimírov (1884-1950) fa l’esperienza
                del «feld cappellano» durante la Prima guerra mondiale. Firma i lavori
                le erari con lo pseudonimo di VHV, drammaturgo modernista e scrit-
                tore, di professione pastore evangelico nella comunità slovacca delle
                allora Terre Basse del Regno d’Ungheria, nella ci adina di Stara Pa-
                zova, nell’a uale Serbia. Descrive le sue funzioni militari a distanza
                di anni nell’articolo Vlastný životopis (Autobiografia), che pubblica in
                qua ordici parti nel 1935 sul quotidiano slovacco «Národná jednota»,
                edito nella regione serba della Voivodina, nella ci à di Bački Petrovac.
                Il terzo capitolo della sua autobiografia inizia con la parte Il pastore e
                la guerra, 1914-1918 e VHV vi descrive come, in base alla chiamata di
                mobilizzazione del 26 giugno 1914, venga mandato dalla commissione
                militare di Petrovaradin, vicino Novi Sad, presso il presidio militare
                nella ci à di Mostar. Malgrado dichiari di essere pastore solo da un





                Viliam della Prima guerra mondiale nel romanzo Le Collier rouge, scri o da Jean-Chri-
                stophe Rufin nel 2014.
                23  V. Roy, Koľko nás pôjde do boja, LA SNK, collocazione 179 C 14.
                24  Id., Slovenský literárny almanach 1931, a cura di Š. Le , D. Chrobák, Litevna, Praha
                1931, p. 193.


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