Page 20 - Costellazioni 2
P. 20

FRANCESCA BERNARDINI NAPOLETANO, La Grande guerra nell’immaginario e nella coscienza europea


                                                              27
                contenenti poesie o «squarci d’eloquenza sacra» : è noto il caso della
                                                             28
                le era di Ungare i a Soffici del 13 agosto 1919 , poi accolta con cor-
                rezioni nell’ultima sezione dell’Allegria con il titolo Lucca; una le ura
                anche rapida e corsiva evidenzierebbe un rapporto reciproco di scam-
                bio tra prosa epistolare e testi poetici nel periodo in cui Ungare i era
                al fronte e componeva le poesie del Porto Sepolto e dell’Allegria. D’altra
                parte nelle le ere di guerra, in particolare quelle a Giovanni Papini e
                                   29
                a Gherardo Marone , troviamo la stessa alternanza di forme monolo-
                giche e di forme dialogiche, tipica del Porto Sepolto, il quale non a caso
                assume la forma del «diario di guerra» e affida la dichiarazione di poe-
                tica e di identità riconquistata, nella poesia conclusiva, alla forma le e-
                ra (Commiato: «Gentile / E ore Serra / poesia» ecc.). Se Il Porto Sepolto
                è il romanzo di un viaggio nella guerra e nella poesia alla ricerca del-
                l’identità di uomo e di poeta, le le ere dal fronte complessivamente
                inseriscono quella vicenda in un duplice contesto, quello della Zona
                di guerra e quello della società civile, tra i quali il soldato-poeta si pone
                come trait d’union. La le era sarebbe per sua natura dialogica (sia pure
                di un dialogo differito), ma il dialogo risulta talvolta difficile per le so-
                stanziali differenze tra i due contesti.
                     La Zona di guerra, che compare come indirizzo nella corrispon-
                denza dei soldati al fronte, è un’ampia superficie di territorio non de-
                finibile con confini ne i e segna una fra ura tra il “di qua” dove in-
                furia la violenza della guerra e «la vita è sospesa» , e un “di là” dove
                                                                30
                la vita continua, dove ancora si lavora, si ama, si pubblicano riviste.
                Il lavoro intelle uale inesausto di alcuni intelle uali al fronte – scri-
                vere poesie, diari, articoli di giornale, le ere; correggere bozze; leg-
                gere riviste, nuovi libri, ecc. – ha il significato di un tentativo di an-
                nullare quel confine invisibile, di riamme ere il soldato alla vita che
                continua oltre la Zona di guerra, così negata e sublimata, perché essa




                27  G. Ungare i, le era ad A. Soffici, 1 gennaio 1918, in Id., Le ere a Soffici 1917-1930, a
                cura di P. Montefoschi e L. Piccioni, Sansoni, Firenze 1981, p. 8.
                28  Ivi, pp. 56-57.
                29  Id., Le ere a Giovanni Papini 1915-1948, a cura di M.A. Terzoli, introduzione di L. Pic-
                cioni, Mondadori, Milano 1988; Id., Da una lastra di deserto. Le ere dal fronte a Gherardo
                Marone, nuova edizione a cura di F. Bernardini Napoletano, Mondadori, Milano 2015.
                30  P. Jahier, Con me e con gli alpini, cit., p. 186.


                                                19
   15   16   17   18   19   20   21   22   23   24   25