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FRANCESCA BERNARDINI NAPOLETANO, La Grande guerra nell’immaginario e nella coscienza europea
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contenenti poesie o «squarci d’eloquenza sacra» : è noto il caso della
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le era di Ungare i a Soffici del 13 agosto 1919 , poi accolta con cor-
rezioni nell’ultima sezione dell’Allegria con il titolo Lucca; una le ura
anche rapida e corsiva evidenzierebbe un rapporto reciproco di scam-
bio tra prosa epistolare e testi poetici nel periodo in cui Ungare i era
al fronte e componeva le poesie del Porto Sepolto e dell’Allegria. D’altra
parte nelle le ere di guerra, in particolare quelle a Giovanni Papini e
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a Gherardo Marone , troviamo la stessa alternanza di forme monolo-
giche e di forme dialogiche, tipica del Porto Sepolto, il quale non a caso
assume la forma del «diario di guerra» e affida la dichiarazione di poe-
tica e di identità riconquistata, nella poesia conclusiva, alla forma le e-
ra (Commiato: «Gentile / E ore Serra / poesia» ecc.). Se Il Porto Sepolto
è il romanzo di un viaggio nella guerra e nella poesia alla ricerca del-
l’identità di uomo e di poeta, le le ere dal fronte complessivamente
inseriscono quella vicenda in un duplice contesto, quello della Zona
di guerra e quello della società civile, tra i quali il soldato-poeta si pone
come trait d’union. La le era sarebbe per sua natura dialogica (sia pure
di un dialogo differito), ma il dialogo risulta talvolta difficile per le so-
stanziali differenze tra i due contesti.
La Zona di guerra, che compare come indirizzo nella corrispon-
denza dei soldati al fronte, è un’ampia superficie di territorio non de-
finibile con confini ne i e segna una fra ura tra il “di qua” dove in-
furia la violenza della guerra e «la vita è sospesa» , e un “di là” dove
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la vita continua, dove ancora si lavora, si ama, si pubblicano riviste.
Il lavoro intelle uale inesausto di alcuni intelle uali al fronte – scri-
vere poesie, diari, articoli di giornale, le ere; correggere bozze; leg-
gere riviste, nuovi libri, ecc. – ha il significato di un tentativo di an-
nullare quel confine invisibile, di riamme ere il soldato alla vita che
continua oltre la Zona di guerra, così negata e sublimata, perché essa
27 G. Ungare i, le era ad A. Soffici, 1 gennaio 1918, in Id., Le ere a Soffici 1917-1930, a
cura di P. Montefoschi e L. Piccioni, Sansoni, Firenze 1981, p. 8.
28 Ivi, pp. 56-57.
29 Id., Le ere a Giovanni Papini 1915-1948, a cura di M.A. Terzoli, introduzione di L. Pic-
cioni, Mondadori, Milano 1988; Id., Da una lastra di deserto. Le ere dal fronte a Gherardo
Marone, nuova edizione a cura di F. Bernardini Napoletano, Mondadori, Milano 2015.
30 P. Jahier, Con me e con gli alpini, cit., p. 186.
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