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FRANCESCA BERNARDINI NAPOLETANO, La Grande guerra nell’immaginario e nella coscienza europea



                   guerresche. Io non sono di quelli che si fanno illusioni e le diffondono.
                   Voglio la guerra senza illusioni. Un paese che si muove soltanto a forza delle
                   bugie è un gran paese vigliacco.
                   […] Una guerra non si improvvisa. Essa è l’esame generale di quel che è stato
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                   un paese da cinquant’anni .
                Il proclama del re non contiene «bugie»; al contrario dichiara aperta-
                mente che «il nemico […] è agguerrito» e «favorito dal terreno e dai
                sapienti apprestamenti dell’arte»: si riferisce in tu a evidenza all’arte
                militare, all’organizzazione e all’efficienza dell’apparato bellico, alla
                modernità degli armamenti, sui quali ha fede che prevarranno il va-
                lore, l’abnegazione, la disciplina dei soldati italiani. Il vertice dello
                Stato e la classe intelle uale condividono la consapevolezza che l’eser-
                cito è impreparato e inferiore al nemico; che la guerra che si accingono
                a comba ere è diversa da tu e le altre guerre, è moderna e basata sul
                progresso industriale: l’industria prevede una guerra di massa, dun-
                                                                                 17
                que la morte di massa, come richiesto dall’«industria del cadavere» .
                In nessun confli o della storia si era vista, come nella Grande guerra,
                l’indifferenza per la vita umana, sacrificata senza vantaggio in offen-
                sive spesso votate al fallimento, in ondate successive contro le posta-
                zioni nemiche, superiori (nel senso le erale del termine) per posizione:
                il numero e l’eroismo dei soldati italiani contro la superiorità logistica,
                tecnologica e militare austro-tedesca, così apertamente dichiarata dal
                sovrano.
                     Tanti testi di memorie, che abbiano conservato la forma del diario
                o siano stati rielaborati come romanzi – di intelle uali o di scri ori “dal
                basso” –, lo testimoniano, insieme all’impreparazione dei quadri uffi-
                ciali, all’arretratezza degli armamenti, alla mancanza dell’a rezzatura,
                anche la più elementare: come Prezzolini per la tra ativa di Cima Do-




                16  Id., Il paese è responsabile, in «Lacerba», II, 21, 15 o obre 1914, pp. 283-284. Sulla rivista
                di Papini e Soffici la parola «Irredentismo» compare la prima volta nel Programma Poli-
                tico Futurista (I, 20, 15 o obre 1913, p. 221), nel tri ico «Irredentismo – Panitalianismo –
                Primato dell’Italia»; allo scoppio della guerra europea «Lacerba» (II, 16, 15 agosto 1914)
                diventa interamente politica con una martellante, violenta propaganda interventista.
                17  D. Campana, [San Francesco, delicatezza…], in Id., Opere e contributi, a cura di E. Falqui,
                Vallecchi, Firenze 1973, vol. II, p. 431.


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