Page 198 - Costellazioni 2
P. 198

VALERIA MOGAVERO, Il mito dell’“altra” guerra nel Diario (1939-1945) di Piero Calamandrei


                sembra prendere corpo in «questa imminenza di guerra, che proprio dà
                alla nostra tristezza singola un cara ere simbolico, come se noi fossimo
                gli ultimi rappresentanti di una civiltà che sta per sprofondarsi so o una
                nuova invasione di barbari, che non viene soltanto di fuori, ma di dentro,
                                               17
                dai nostri focolari, dai nostri figli» . Quasi una laica preghiera pro aris et
                focis, mentre la speranza di rimanere fuori dal cataclisma porta con sé un
                rischio di dissolvenza spirituale nella risacca della «malinconia dell’età»
                che Piero avverte «più pungente in primavera, in queste bellissime cam-
                pagne toscane, coi monti nitidi e i boschi ancora secchi, ma i peschi fioriti».
                Quasi che possa il volto sfigurato e sfregiato della patria rifugiarsi in un
                fraseggio macchiaiolo, in una captazione di scorci per ineptias. Ecco il mito
                della Grande guerra che viene prontamente evocato a esorcizzare la ten-
                tazione intimistica: «questa guerra che sta per scoppiare, e non è la guerra
                                                                               18
                fa a a vent’anni, la guerra fa a da noi proprio per la causa opposta» .
                     In Cassazione incontra il vecchio “presidente della Vi oria”, Vit-
                torio Emanuele Orlando, che al congedo gli augura buona fortuna: «Mi
                è ritornato in mente il tono tra affe o e pietà con cui durante la guerra
                del 1915-1918, i vecchi salutavano i giovani che stavano per tornare al
                fronte». In coda, l’angoscia di «quelli che come me credevano di aver
                comba uto per qua ro anni e vinto proprio questo bestiale militarismo
                                                                                19
                prussiano che oggi trionfa nei cuori dei nostri figli e si irride di noi» .
                     Un diario fi o di impennate e di impasse; in qualche misura te-
                stimonianza in presa dire a del lungo e faticato auscultarsi dell’autore,
                nel giorno per giorno di un quinquennio che, a ogni sosta che Cala-
                mandrei consuma allo scri oio, o al tavolo ricoperto da un’incerata
                nel patio della casa di campagna, sembra abbuiarsi sempre di più,
                mentre, un rintocco dietro l’altro, sembra che la storia e la civiltà eu-
                ropee stiano scandendo il loro ultimo ed estenuato tempo. Dall’altro
                lato, una ingovernabile e montante ridda di voci, illazioni, fraintendi-
                menti, deduzioni e induzioni recepiti e verbalizzati come veri, possibili
                o verisimili, ingorga la clessidra e rende logora e incerta una situazione
                esistenziale e politica priva di sbocchi e di prospe ive che non preve-





                17  Ivi, p. 14.
                18  Ivi, p. 22.
                19  Ivi, pp. 24-25.


                                                197
   193   194   195   196   197   198   199   200   201   202   203