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PAOLA CANTONI, Diari popolari della Grande guerra. Forme e strategie della narrazione
Analoga funzione svolge l’incoativo “cominciò”: «Cominciò a
fischiarmi le prime pallo ole», «Cominciò a tuonare i cannoni austria-
ci, e crepitare le mitragliatrici».
I diversi meccanismi che realizzano l’indeterminatezza di sog-
ge i e agenti si intrecciano anche all’interno di una stessa frase: «Si
passò la giornata parlando di cose di tu e le qualità e venne l’ora di
andare a fare due passi per ci à che doveva essere l’ultimo».
Molto più rara, ma non infrequente, è la prima persona singolare
che dà invece spazio al sogge o. La troviamo sopra u o quando l’au-
tore esprime sensazioni interiori o fisiche («Passai la no e senza chiu-
dere occhio e finalmente spuntò il giorno», «Ritornai al Deposito che
ormai sapevo di sicuro di andare al fronte», «Là cominciai a sentire le
prime fatiche corporali», «Mi svegliai», ecc.).
Talvolta assistiamo però a un ina eso e apparentemente immo-
tivato ritorno all’impersonale: «Marciai così, in mezzo a queste prime
fino alla sera, e si arrivò morti dalla stanchezza fino alle ultime nostre
trincee».
L’uso della prima persona diventa quindi ancora più significa-
tivo in un passaggio cruciale della narrazione e sancisce una cesura,
un prima e un dopo, nello scarto con le espressioni impersonali che
precedono. Quando la lunga marcia verso il confine conduce Lodesani
alla seconda linea, l’impa o sensoriale con la guerra esige una rappre-
sentazione in prima persona:
Alla ma ina del giorno 19 Se embre si riprese la marcia per andare alle nostre
trincee di 2° linea. Quì allora ho cominciato a sentire, e a vedere gli effe i della
guerra.
A sua volta, Vincenzo Sperati, secondo un modulo di derivazione bu-
rocratica (si veda l’a acco da certificato di nascita) consueto negli
28
scriventi semiacculturati, inizia in terza persona:
28 Analogo l’avvio del diario di Giovanni Pistone (contadino piemontese): «Io so oscrit-
to […] nato a Roccaverano e residente a […] classe 1895», in A. Gibelli, La guerra grande,
cit., pp. 35-36.
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