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FRANCESCA BERNARDINI NAPOLETANO, La Grande guerra nell’immaginario e nella coscienza europea


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                sul «Regno» con i suoi Ammonimenti di guerra e più volte, in seguito,
                denunciò la mancanza di serietà, l’incompetenza, quando non la di-
                sonestà, dei rappresentanti italiani nei rapporti con l’Austria, come nel
                                                                            14
                breve articolo dedicato nel 1910 al contenzioso per Cima Dodici :
                   Molti giornali si sono occupati di questo pezze ino di terra disputato tra Au-
                   stria e Italia, ma nessuno, ci pare, ha considerato la gravità morale della cosa.
                   Or è risultato ben chiaro:
                   1) Storicamente quel pezzo di terra è nostro;
                   2) Legalmente, non lo è.
                   Perché non lo è?
                   Perché i delimitatori del confine da parte nostra andarono a quella faccenda
                   assolutamente impreparati. Non condussero i padroni delle terre per testimo-
                   niare; non portarono documenti. E gli austriaci fecero tu o il contrario.
                   Si dice, perfino, che ci andassero sprovvisti di quello che è elementarmente ne-
                   cessario per vivere in alta montagna, e che spesso dove ero profi are della
                   ospitalità degli austriaci.
                   Comunque sia c’è stata certo della leggerezza: e di questa leggerezza noi oggi
                   sopportiamo le conseguenze.
                   E qui è il caso di commentare. Queste vergogne dell’Italia noi non ce le rispar-
                   mieremo con cannoni, con reggimenti e nemmeno, (peccato, perché non costan
                   tanto!) con giornali irredentisti. Noi non ce le risparmieremo che in un solo
                   modo: educando gente più seria, che prende ogni cosa della vita sul serio. Tu e
                   le nostre vergogne, da quelle di Segantini a quelle di Cima Dodici, non sono





                13  Red., Ammonimenti di guerra, in «Il Regno», I, 28, 5 giugno 1904, p. 9.
                14  g.pr. [G. Prezzolini], Cima Dodici, in «La Voce», II, 45, 20 o obre 1910, p. 417. Il monte,
                denominato Ferozzo nell’altopiano di Asiago, era chiamato Cima Dodici dagli abitanti
                della Valsugana perché proie ava l’ombra a mezzogiorno sulle loro case (una sorta di
                meridiana naturale insieme con Cima Dieci e Cima Undici); sulla ve a passava il confine
                tra Regno d’Italia e impero austroungarico; nel 1909 il catasto ne a ribuisce la sovranità
                all’Austria, provocando le proteste degli irredentisti; il senatore Colleoni in un’interpel-
                lanza dichiara che Cima Dodici «è una specula superba di importanza strategica che
                domina le cime e le vallate e il Trentino irto di fortilizi». Durante la Grande guerra la
                sua conquista costò migliaia di vite umane. Mario Rigoni Stern ha dedicato a questo
                luogo, ricordato da molti altri autori, un bel racconto, Sfida a Cima XII, in Id., Amore di
                confine, Einaudi, Torino 1986, ora anche in Id., I racconti di guerra, introduzione di F. Por-
                tinari, Einaudi, Torino 2006.


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