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JACOPO PERAZZOLI, Socialisti al fronte, tra assonanze e differenze


                Ma i suoi occhi acuti e riflessivi hanno qualche cosa del pensatore o
                del medico. Energia e volontà temperate da una luce d’intelligente
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                simpatia» .
                     Anche se non sosteneva la tesi della continuità tra vi oria italia-
                na e nascita dello stato fascista, un’argomentazione estremamente po-
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                polare negli ambienti vicini al regime , lo sforzo le erario di Greppi
                fu comunque accolto positivamente «anche negli ambienti patrio i-
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                ci» . Ciò non deve sorprendere più di tanto: nel 1937, anno della pub-
                blicazione di No i sul Carso, Mussolini, che aveva lanciato un’ampia
                opera di militarizzazione del Paese, non poteva che accogliere di buon
                grado quelle memorie della Prima guerra mondiale in cui veniva so o-
                lineato il clima di fa iva collaborazione tra soldati dal diverso grado.
                Non si deve tu avia ritenere che Greppi fosse in qualche modo accon-
                discendente nei confronti della retorica mussoliniana sulla Grande
                guerra: al contrario, egli, già sindaco socialista di Angera tra il 1920 e
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                il 1922 , volle ritornare sui suoi trascorsi al fronte sicuramente per una
                questione personale, ma anche per realizzare un’operazione culturale,
                ancor prima che politica, finalizzata a espungere la Grande Guerra
                dall’epifania fascista.
                     Vi è un’altra lampante dissonanza tra le due opere che è bene
                prendere in considerazione. Non deve infa i sfuggire il differente
                stile di scri ura utilizzato da Greppi e Lussu. A questo proposito, ci
                si può richiamare a degli specifici passaggi di No i sul Carso e Un anno
                sull’Altipiano. Greppi, avendo ricevuto l’incarico di prendere conta i
                con un avamposto dell’esercito a Vermegliano, un piccolo borgo non
                distante dall’Isonzo, assisté in prima persona al tiro dell’artiglieria
                austriaca sulle posizioni italiane; e così rievocò quei momenti:






                29  A. Greppi, No i sul Carso, cit., p. 34.
                30  Cfr. E. Gentile, L’apocalisse della modernità. La Grande Guerra per l’uomo nuovo, Monda-
                dori, Milano 2008.
                31  Greppi Antonio di Ulisse e fu Maddalena Rebuschini, Milano, 15 maggio 1941, in Archivio
                Centrale dello Stato, Roma [d’ora in poi ACS], Casellario Politico Centrale [d’ora in poi
                CPC], busta [d’ora in poi b.] 2526.
                32  Per un approfondimento sull’episodio, data la mancanza a oggi di uno studio bio-
                grafico sull’angerese, rimando alla mia Introduzione, in A. Greppi, Novant’anni di so-
                cialismo. Scri i scelti, a cura di J. Perazzoli, L’Ornitorinco, Milano 2012, p. 23.


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