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JACOPO PERAZZOLI, Socialisti al fronte, tra assonanze e differenze


                cisa: inserirsi nel gruppo di coloro che non soltanto avevano preso parte
                a ivamente alla Grande guerra, ma avevano anche conosciuto le diffi-
                coltà di una quotidianità fa a di privazioni e di continui pericoli.
                     No i sul Carso non può infa i essere considerato un libro della let-
                teratura di guerra, così popolare negli anni Venti e Trenta, influenzata
                in larga parte dalla retorica imposta dal regime nella rile ura del con-
                                  41
                fli o del 1915-1918 . Pare invece evidente il filo che lega il volume del-
                l’avvocato socialista con Momenti della vita di guerra dello storico siciliano
                Adolfo Omodeo che, apparso sulle pagine della «Critica» tra il 1929 e il
                1933, venne pubblicato integralmente per i tipi dell’editore Laterza nel
                1934. Così come in Momenti della vita di guerra l’intento dell’autore era
                di dare risalto alle particolarità e alle tensioni che cara erizzavano i sol-
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                dati italiani , da cui emerge con forza un’immagine aspra e complicata
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                del confli o , anche in No i sul Carso affiora l’immagine devastante
                della Grande guerra, dalla quale il soldato può sperare di uscire indenne
                grazie sopra u o ai propri sforzi e ai propri convincimenti.
                     In questo senso, si può ipotizzare che No i sul Carso venne con-
                cepita tra il 1936 e il 1937 anche per una ragione di stre a a ualità po-
                litica. Nel corso di quel biennio, ovvero quando il regime mussoliniano
                raggiunse il picco della sua popolarità , l’avvocato socialista lavorò
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                alle proprie memorie di guerra per provare a restituire una voce anche
                a quella parte di Italia che non si sentiva rappresentata dal fascismo e
                che, proprio per questa ragione, era stata de facto costre a al silenzio.
                     Certo, il regime considerava la Prima guerra mondiale, secondo
                una valida argomentazione di Emilio Gentile, il vero e proprio mito
                di fondazione della «storia sacra per la religione fascista» . Cionono-
                                                                       45




                moglie, la signora Bianca Mazzoni, Lunga le era a Bianca, cit., pp. 74-187.
                41  Cfr., a questo proposito, M. Isnenghi, L’educazione dell’italiano. Il fascismo e l’organizza-
                zione della cultura, Cappelli Editore, Bologna 1979, pp. 10-15.
                42  Cfr. G. Imbruglia, voce Omodeo, Adolfo, in Dizionario biografico degli italiani, volume LXXIX,
                Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2013. Versione online, all’indirizzo:
                www.treccani.it/enciclopedia/adolfo-omodeo_(Dizionario-Biografico)/.
                43  Cfr. A. Galante Garrone, Introduzione, in A. Omodeo, Momenti della vita di guerra (1934),
                Einaudi, Torino 1968, pp. IX-XV.
                44  Cfr. S. Colarizi, Storia del Novecento italiano (2000), BUR, Milano 2015, pp. 216-228.
                45  E. Gentile, Il culto del li orio. La sacralizzazione della politica nell’Italia fascista, Laterza,
                Roma-Bari 1993, p. 76.


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