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LUCIO VALENT, «La guerra era bella e conforme al mio spirito». Luigi Bartolini scri ore di guerra


                ra ere del tu o diverso. Nel suo testo egli descrive gli sforzi per essere
                destinato alla prima linea, lasciando così la fureria alla quale era stato
                destinato. È per questo che Il ritorno sul Carso è privo di ogni riferi-
                mento dire o alle lo e ideali che mossero i coetanei di Bartolini. Le
                sue pagine non rifle ono la speranza, ricordata in altri autori, che la
                guerra potesse rappresentare una opportunità tale da risolvere tu e
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                le manchevolezze dell’Italia . Tu o questo fa del testo, se non proprio
                una anomalia, di certo una stravaganza nella le eratura italiana di ge-
                nere, avvicinandolo, in un certo qual modo, al Giovanni Comisso di
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                Giorni di Guerra . È per tale motivo che il testo non è punteggiato di
                riflessioni esplicitamente politiche, che sono comuni in molti dei vo-
                lumi degli interventisti più accesi, resi ancor più radicali dal bisogno
                di giustificare, ex post, il loro sostegno alla partecipazione al confli o .
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                In realtà, fu solo alla fine che Bartolini offrì una marcata critica alla so-
                cietà italiana del dopoguerra, che finisce per apparire anche una sorta
                di censura politica delle sue mancanze.
                     Bartolini non mancò di confrontarsi con la delicata vicenda rap-
                presentata dalla ba aglia di Capore o (24 o obre-12 novembre 1917),
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                ma anche in questo caso lo fece a modo suo . Sia durante, sia dopo la
                guerra, Capore o divenne simbolo di tradimento e disperazione, fo-
                tografia di un disastro nazionale e militare che portò il Paese a un
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                passo dall’uscita dal confli o . Quanto accadde in quei giorni assurse




                35  Passaggi in tal senso sono presenti, per esempio, in E. Lussu, Un anno sull’Altipiano,
                Edizioni italiane di coltura, Paris 1938 (ed edizioni successive), passim.
                36  G. Comisso, Giorni di Guerra (1930), Mondadori, Milano 1930.
                37  Per queste vicende, cruciali per tu a la storia d’Italia, si vedano, tra gli altri, A. Tasca,
                Nascita e avvento del fascismo, Laterza, Bari 1965, pp. 17-91; E. Lussu, Marcia su Roma e
                dintorni (1931), Einaudi, Torino 1965, pp. 13-22 e ss; R. De Felice, Mussolini il rivoluzio-
                nario, 1883-1920, Einaudi, Torino 1965, pp. 419-544; e L. Mangoni, L’Interventismo della
                cultura. Intelle uali e riviste del fascismo, Aragno, Torino 2002, pp. 7-130.
                38  Nella sua antologia di scri i sulla le eratura della Grande guerra, Sche ini scelse di
                citare Bartolini proprio in riferimento a un avvenimento, l’abba imento di un aereo au-
                striaco, occorso nelle concitate fasi della ritirata. Si veda M. Sche ini, La Prima guerra
                mondiale. Storia, le eratura, Sansoni, Firenze 1965, pp. 599-600.
                39  Un quadro generale dello spirito pubblico e delle sue diverse componenti in occasione
                della vicenda di Capore o in G. Procacci, Aspe i della mentalità colle iva durante la guerra.
                L’Italia dopo Capore o, in D. Leoni, C. Zadra (a cura di), La Grande Guerra. Esperienza, me-
                moria, immagini, il Mulino, Bologna 1986, pp. 261-284.


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