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LUCIO VALENT, «La guerra era bella e conforme al mio spirito». Luigi Bartolini scri ore di guerra


                     Motivo di depressione non solo per l’autore, ma anche per i tanti
                comba enti che ritenevano di aver ben meritato della patria, era ren-
                dersi conto che, camminando per le strade «nessuno aveva rispe o –
                scrive Bartolini – per noi comba enti: eravamo derisi, ci sputavano in
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                faccia, ci toglievano, dal pe o, i segni del valore» . È vero che, in una
                le era a Mondadori, l’autore notava come Il ritorno sul Carso descri-
                vesse la sua volontà comba iva, affermava di essere stato «sempre in
                guerra» e di aver «sempre de a la verità mia», e rivendicava di aver
                «sempre comba uto le mie ba aglie con rischio e con fiducia di me
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                stesso» . Questo però era stato anche il comportamento di molti ex
                comba enti negli anni certo difficili, ma anche eccitanti, da loro vissuti
                tra il 1914 e il 1918. Era per tale spirito che molti comba enti avevano
                percepito con disdoro l’impressione ne a che il loro eroismo fosse
                stato disprezzato e ridicolizzato nei mesi successivi al 1918; e che con
                ciò fosse stato spregiato il sacrificio fisico e spirituale di militi che ave-
                vano posto le loro vite a disposizione della patria. L’artista marchigia-
                no poteva non sorprendersi del fa o che amici, conoscenti, semplici
                ci adini – oltre che i genitori e i parenti – deridessero e offendessero
                lui e la sua scelta di partecipare a ivamente al confli o. Assolutamente
                ripugnante, però, era la mancanza di gratitudine della madrepatria
                verso i suoi figli migliori, i camerati di un tempo. Ed era tale irricono-
                scenza che, assieme ad altri fa ori economici e politici, nutrì la rabbia
                e l’odio contro i traditori interni dei vecchi interventisti dopo il 1918.
                Fu anche da tali sentimenti che le tensioni politiche originarono in Ita-
                lia . Una ingratitudine che si compendiava nell’avvilente realtà che,
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                congedato, l’ex comba ente italiano non era nemmeno guidato nel suo
                reinserimento nella vita civile, dovendosi scontrare con un mondo del
                lavoro dominato da raccomandati, ed era costre o a chiedere il sussi-
                dio di disoccupazione, grazie all’Associazione Nazionale Comba en-




                59  Ivi, p. 204.
                60  FAAM, ArchAme, sezArM, fasc. Bartolini Luigi, Bartolini a Mondadori, le era s. rif., 30
                maggio 1930.
                61  La rabbia dei veterani si legò alla crisi economica e alla disoccupazione causate dalla
                riconversione industriale, alla diffusione delle idee socialiste e ai continui richiami a
                una rivoluzione imminente, che, per altro, non venne mai davvero pianificata. Per la si-
                tuazione in Italia di quegli anni cfr. R. Vivarelli, op. cit., pp. 328-428, 476-645; 760-907.


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