Page 113 - Costellazioni 2
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FABIO MARRI, I “solchi della morte” e il realismo più cupo di Guido Cavani
pore o (24 o obre e seguenti); e, come prima il sole e l’afa estiva, è
l’elemento negativo di un mondo che pare avviato alla dissoluzione.
Intanto pioveva sempre e la terra marciva, si sgretolava, diventava fango; fra-
navano le trincee; crollavano le rovine dei paesi; l’acqua disseppelliva i morti;
il cielo era di un colore che faceva paura .
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Altro elemento di forte realismo, legato a esperienze vissute dal sol-
dato Cavani, è la svolta drammatica della vicenda: un ordine insensato
dei comandi superiori impone di tentare «un colpo di mano contro un
piccolo posto nemico che era circa a una cinquantina di metri dalla
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nostra posizione» . Sono sorteggiati gli o o che dovranno andare: tra
essi, oltre al narratore, «un ragazzo delle ultime leve», in a esa di tor-
nare in retrovia perché rimasto unico sostegno della famiglia dopo la
morte in guerra di due fratelli. Di nascosto, Afro prende il suo posto,
rimane ferito a un braccio nell’a acco (ovviamente infru uoso), ed è
mandato all’ospedale. La conclusione (non all’altezza del resto) ram-
menta quella del deamicisiano Tamburino sardo, forse combinato col
celebre Testamento del capitano: qualche tempo dopo, una le era di Afro
informerà l’amico di come la ferita, in sé non grave, fosse peggiorata
per lo sforzo di rientrare in trincea, così da portare all’amputazione
dell’avambraccio.
Lascio quindi nella terra di mio padre una piccola parte del mio corpo e
porto il resto nella mia patria di adozione. […] Non so cosa diranno i miei
quando mi vedranno in questo stato: io sono tranquillo: il corpo è mutilato
ma lo spirito no.
Sembra invece un poco di buono Gasparo, protagonista del racconto
omonimo, un anziano «dai lineamenti duri, dagli occhi torvi, che stava
sempre solo, col cuore amaro e la bocca stre a», spesso «legato al palo
32 Cfr. ancora Monelli, op. cit., per es. p. 56: «Piove. Dagli abeti fradici so o cui si sfila
imbronciati stillano freddo e tristezza. Il cielo non ha colore».
33 Per questo genere di azioni resta drammatica la testimonianza di Lussu, particolar-
mente nei capp. 14-15 di Un anno sull’altipiano, pp. 114-128.
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