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b. ZIMMERMANN, Classicismo e anticlassicismo nella filologia e letteratura tedesca alla fin de siècle
del dibattito di inizio secolo suscitato sui palcoscenici moderni
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dalle traduzioni e dagli studi di Wilamowitz sui drammi antichi .
Ma evidentemente l’opera appartiene anche alla tradizione del
dramma dionisiaco-ditirambico evocata da Nietzsche e inquadrata
storicamente da Rohde. L’estasi dionisiaca è presente fin dall’ini-
zio, ora nella metafora del sacrificio, ora nel motivo della danza, e
infine nelle fiaccole sempre presenti, che illuminano le orge dio-
nisiache tracie descritte da Rohde, e nella menzione ricorrente di
cani, che richiamano i cani della pazzia nelle Baccanti euripidee
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(977). Il monologo d’ingresso di Elettra è un lamento, un threnos
della figlia abbandonata, che invoca il padre ammazzato – e qui
risuona il “macello per uomini” dell’Agamennone di Eschilo (1092)
– come Arianna invoca Dioniso nei Ditirambi di Dioniso. Nell’im-
maginare la morte del padre, la donna si lascia trascinare in una
sanguinosa orgia verbale, vede fiumi di sangue nella «Stunde, wo
sie dich geschlachtet haben … Sie schlugen dich im bade tot, dein
blut / rann über deine Augen, und das bad dampfte von deinem
blut». Il giorno del riscatto verrà: «Vater! Dein Tag wird kommen!
Von den Sternen / stürzt alle Zeit herab, so wird das blut / aus
hundert Kehlen stürzen auf dein Grab!». La visione dei sacrifici
umani e animali culmina in quella di una danza dionisiaca, di un
ditirambo di sangue:
dann tanzen wir, dein blut, rings um dein Grab:
und über Leichen hin werd ich das Knie
hochheben Schritt für Schritt, und die mich werden
so tanzen sehen, ja, die meinen Schatten
von weitem nur so werden tanzen sehn,
die werden sagen: einem großen König
Taschenbuch Verlag, Frankfurt am Main 1979. Traduzione italiana: Id., Elek-
tra, a cura di A. Taglioni, Mondadori, Milano 1978.
45 Cfr. al riguardo H. Flashar, Inszenierung der Antike. Das griechische Drama
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auf der Bühne, beck, München 2009 (1991), pp. 108-137.
46 H. von Hofmannsthal, Elektra. Tragödie in einem Aufzug frei nach Sophokles,
in Id., Gesammelte Werke. Dramen II 1892-1905, cit., pp. 190 e ss.
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