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b. ZIMMERMANN, Classicismo e anticlassicismo nella filologia e letteratura tedesca alla fin de siècle



                              wird hier ein großes Prunkfest angestellt
                              von seinem Fleisch und blut, und glücklich ist,
                              wer Kinder hat, die um sein hohes Grab
                              so königliche Siegestänze tanzen!

                           Nel diverbio con la madre Elettra si abbandona all’ebbrezza («Trun-
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                           kenheit») più selvaggia; nell’incontro con la sorella Crisotemi parla
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                           senza controllarsi («wild»), in preda a un’estasi sessuale ; con furiosa
                           decisione («wilder Entschlossenheit»), credendo Oreste morto, Elettra
                           diventa cagna della vendetta: «Sie fängt … eifrig zu graben an, lautlos,
                           wie ein Tier. Hält inne, sieht sich um, gräbt wieder» .
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                                 L’opera si chiude alla luce delle fiaccole in un’orgia dionisiaca,
                           introdotta da stranianti promesse dionisiache di beatitudine: «nur
                           der ist selig, / wer ihn anrühren darf, und wer das beil / ihm aus der
                           Erde gräbt, und wer die Fackel / ihm hält, und wer die Tür ihm auf-
                           tut, selig, / wer an der Türe horchen darf» ; si confrontino le pro-
                                                                      50
                           messe di beatitudine nelle Baccanti di Euripide (73 e ss.). Nelle istru-
                           zioni sceniche ricorre come leitmotiv l’idea espressa da Rohde sul-
                           l’eccesso di tensione e di eccitamento dei sensi, che può spingere
                           l’essere umano a comportarsi in modo disumano. «Elektra allein, in
                           entsetzlicher Spannung», così commenta Elettra l’acuto grido di
                           morte di Clitennestra, mentre lancia come un demone lo stesso urlo
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                           già presente in Sofocle: «Triff noch einmal!» . Egisto, mandato a
                           chiamare, non comprende la danza dionisiaca di Elettra: «Was tanzt
                           du? Gib Obacht». Elettra, come un terribile animale, danza nelle
                           vesti di uno spirito vendicatore – come le erinni nelle Eumenidi di
                           Eschilo – in un tremendo κύκλιος χορός, una danza circolare, un
                           ditirambo dunque. L’assassinio notturno diventa un sacrificio di







                           47  Ivi, p. 210.
                           48  Ivi, p. 216.
                           49  Ivi, p. 219.
                           50  Ivi, p. 229.
                           51  Ibidem.



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