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MICHELE NAPOLITANO, Il liceo classico: qualche idea per il futuro
Le esigenze di contestualizzazione delle porzioni di testo sommini-
strate agli studenti in sede di seconda prova – ma non si vede perché
tali esigenze non debbano valere anche per le periodiche prove di ver-
sione in classe – sono da me considerate più che mai ragionevoli. Ra-
gionevoli e anzi inevitabili, ove si voglia «depotenziare il peso terro-
ristico della traduzione», per far mia una felice formulazione di Luca
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Serianni . Somministrare un testo adeguatamente contestualizzato
permetterebbe di sollecitare gli studenti in direzione di un’operazione
non più astrusamente meccanica, ma salutarmente creativa. Ferma re-
stando l’irrinunciabilità della valutazione delle competenze linguisti-
che, valutazione che, per quanto mi riguarda, dovrebbe restare prio-
ritaria rispetto a ogni altro parametro valutativo, lo studente dovrebbe
essere sollecitato a riflettere sulle ragioni culturali sottese al testo som-
ministratogli. Non c’è bisogno, credo, di sottolineare il fatto che una
prova così congegnata permetterebbe di valutare lo studente in modo
più profondo e maturo di quanto non accada in forza delle prove di
traduzione che vigono oggi.
Non vorrei che qualcuno possa essere spinto a pensare di me
quanto Filippo II canta riferendosi a Rodrigo di Posa nel gran duetto
del secondo atto del Don Carlo di Verdi: «O strano sognator!». Ritengo,
in realtà, di avere sviluppato idee che, qualunque cosa se ne voglia
credere, sono però ben ancorate alla realtà. Certo, per un liceo classico
come quello che ho in mente ci vuole una piccola rivoluzione coper-
nicana: più ancora sul piano della mentalità, del resto, che su quello
dei programmi, sui quali si dovrà a ogni modo intervenire, prima o
poi. Una piccola rivoluzione copernicana che del resto so bene essere
già in corso, nelle scuole, in virtù della lucida passione di moltissimi
di coloro che vi svolgono ogni giorno con entusiasmo e apertura di
mente la loro attività formativa. Riformare il classico dovrà di necessità
significare investire quattrini: per adeguare intanto gli stipendi degli
insegnanti agli standard europei, per garantire al greco più spazio in
termini di ore, una misura che, ove la si voglia prendere in considera-
13 L. Serianni, L’ora di italiano. Scuola e materie umanistiche, Laterza, Roma-bari
2010, p. 31.
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