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MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese


                so di segmentazione, categorizzazione, identificazione. Consente per
                esempio di risolvere l’ambivalenza di desinenze verbali formalmente
                identiche ma morfologicamente opache finché non sono corre amente
                interpretate in base alla forma flessa completa:

                 -IEZ:     geliez/étudiez;   *gelier/étudier => gel-I-ez/étudi-Ø-ez
                 -AIENT:    relaient/roulaient; relayer/*roulayer => relai-Ø-ent/roul-AI-ent


                Secondo i verbi flessi considerati, le le ere delle stringhe -IEZ e -AIENT
                informano diversamente la morfologia del verbo. Nel caso di geliez e rou-
                laient -I e -AI sono i morfogrammi di tempo (imperfe o) che si contrap-
                pongono al morfema di tempo Ø del presente (gelez, roulent); nel caso di
                étudiez e relaient -I e -AI hanno invece valenza lessicale di fonogramma
                in quanto trascrivono l’ultimo fono ([j] e [E]) della radice verbale.
                     Lo stesso meccanismo subentra a vari livelli morfologici e fa
                dell’ortografia «una scri ura di segni ovvero semiografia» il cui scopo
                consiste, specie per la categoria del verbo, nel «rendere visibile il segno
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                linguistico» . Questa necessità si fa sentire quando accade che uno dei




                gamata, o che sia marcata dalla rispe iva posizione che le unità assumono nel discorso»
                (cit. in F. Guérin, Les fonctions syntaxiques dans la théorie fonctionnaliste d’André Martinet,
                «La linguistique», XLV, 2, 2009, vol. 45, pp. 81-86).
                18  J.-P. Jaffré, J.-Ch. Pellat, Sémiographie et orthographe: le cas du français, in: C. Brissaud, J.-P. Jaffré,
                J.-Ch. Pellat (a cura di), Nouvelles recherches en orthographe, a i della giornata di studi (Université
                de Strasbourg, 14-15 giugno 2007), Lambert-Lucas, Limoges 2007, pp. 9-30. La nozione di se-
                miografia in quel senso procede dalla teoria coside a “fonocentrista” sviluppata a partire dagli
                anni Se anta da Nina Catach. Il sistema ortografico del francese vi è rappresentato come un
                “plurisistema” misto che si organizza a orno al nucleo dei “fonogrammi”. Il grafema è dunque
                d’emblée definito in relazione al fonema in quanto serve a trascrivere i suoni della lingua. Nei
                livelli successivi, il sistema ortografico si compone dei “morfogrammi”, non sempre rappresentati
                a livello fonico, e dei “logogrammi” che identificano visivamente la parola lessicale (août, haut,
                fût…). Nel 1983, nasce una proposta teorica radicalmente diversa che suggerisce e motiva la fon-
                datezza di un’autonomia della scri ura intesa come sistema che si può analizzare nella comple-
                tezza di tu e le sue effe ive componenti (J. Anis, Pour une graphématique autonome, Le signifiant
                graphique, a cura di J. Anis, in «Langue française», 59, 1983, pp. 31-44). Illustrando i vincoli che
                regolano la distribuzione degli elementi effe ivi del sistema grafico (ovvero accenti grave e
                acuto), l’autore pur riconoscendo il valore essenzialmente euristico della proposta di autonomiz-
                zazione, suggerisce di esplorarne la fecondità di un'analisi distribuzionale dei cara eri grafici
                (ovvero il ruolo del livello morfemico e della sillaba rispe o al livello grafemico) per migliorare
                la descrizione dei fa i linguistici (Ivi, p. 43).


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