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MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese
o peculiari di scri ura e/o di pronuncia che non sempre sono lecite per
le altre aree del sistema.
a) il verbo impone alcuni valori fonici a determinati gruppi di le ere
che sono pronunciati diversamente in altri contesti categoriali:
-ENT ha valore di [ә] instabile: ils excellent vs il est excellent
-ER ha valore di [e]: se fier de Pierre vs être fier de Pierre
La pronuncia è dunque regolata dal significato del grafema, ossia dalla
sua funzione morfologica: il grafema lessicale o fonogramma non ha
la stessa forma fonica del morfogramma (o morfema grammaticale).
Lo dimostrano con grande chiarezza i verbi venir, tenir che raggrup-
pano nella loro coniugazione l’alternanza di pronuncia dello stesso
grafema -ENT:
~
il vient => fono [ɛ] vs ils viennent => morfofono [ә]
~
il tient => fono [ɛ ] vs ils tiennent => morfofono [ә]
b) il verbo contiene delle sequenze grafemiche eccezionali che non
si riscontrano in altri contesti categoriali e che non hanno valore
fonico:
- II: pliions/plions, sciiez/sciez, liions/lions,…
- YI: croyiez/croyez, voyions/voyons, essuyions/essuyons,…
- UA/O: en divaguant, nous divaguons…
c) nel verbo esistono dei rapporti di tipo fonografico diversi rispe o
ad alcuni altri contesti categoriali:
desserrer/dessus; [de-seʁe]/[dә-sy]
d) il verbo presenta delle irregolarità di pronuncia della -e
anche quando compare all’interno di costruzioni morfologica-
mente paragonabili:
ressusciter/ressemeler; [ʁe-sysite]/[ʁә-sәm(ә)le]
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