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MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese
Succede anche l’effe o opposto in cui il proclitico fa nascere una liaison
grammaticale con il verbo, la quale, tu avia, non marca la flessione plu-
rale dello stesso:
elle ne les [z]accepte pas
g) Il morfogramma del plurale si realizza come consonante fonica finale
della parola. Quest’altro aspe o saliente della grammatica orale del verbo
risulta dalla regola prosodica di sonorizzazione delle consonanti finali
seguite da [ә] instabile. È stato descri o come l’esistenza di una morfo-
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logia cosidde a «so ra iva» che me e in relazione una forma fonica
lunga (plurale) con una forma breve (singolare) o enuta dalla scomparsa
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del morfofono del plurale . Il conce o di morfema so ra ivo rende
conto del fa o che, a differenza dei verbi della prima coniugazione per
14 C. Blanche-Benveniste, K. Van Den Eynde, Essai d’analyse de la morphologie du verbe
français. Présentation d’hypothèses de travail, in «Orbis», XIX, 1, pp. 404-429; C. Blanche-
Benveniste, Structure et exploitation des verbes en français contemporain, in «Le Français
aujourd’hui», 139, 2002, pp. 13-22; Ead., Corpus de langue parlée et description grammaticale
de la langue, in «Langage et société», III, 121-122, 2007, pp. 129-141.
15 Questa tendenza “so ra iva” è stata osservata nella prima metà del Novecento dalla
linguistica statunitense come centrale nel sistema del francese, in quanto interessa la fles-
sione di tu e le categorie lessicali (N, V, Agg). Per quanto riguarda la morfologia verbale,
l’alternanza alla fine della radice di cosidde e consonanti flu uanti (consonnes latentes, floa-
ting consonants) – in quanto mute o pronunciate per effe o dell’alternanza della vocale
che segue (-e o non -e) – è stata descri a anche come l’a uazione di una regola di “aggiun-
zione (addition) di un morfofonema” a una forma breve della radice (J. Dubois, Grammaire
structurale du français. Le verbe, Larousse, Paris 1967). La motivazione comune a questi ap-
procci risiedeva nel voler descrivere i fa i della “coniugazione” in modo più adeguato
agli obie ivi (linguistici o dida ici) di quanto non lo fosse la tradizionale divisione in
gruppi basata sulla terminaison dell’infinito. Per ulteriori approfondimenti cfr. C. Germain,
H. Séguin, op. cit., pp. 74-84. Alcuni studi recenti pongono come proprietà lessicale del
verbo irregolare, l’esistenza di più radicali fonici. Combinandosi con le desinenze foniche
della flessione, i radicali generano la matrice tematica della coniugazione (cfr. la teoria di
l’espace thématique de la conjugaison du verbe, O. Bonami, G.B. Boyé, H. Giraudo, M. Voga,
op. cit. e O. Bonami, G. Boyé, F. Kerleroux, L’allomorphie radicale et la relation flexion-con-
struction, in B. Fradin, F. Kerleroux, M. Plénat [a cura di], Aperçus de morphologie du français,
coll. Sciences du Langage, Presses Universitaires de Vincennes, Vincennes 2009). Que-
st’approccio fa emergere alcune regolarità nell’organizzazione profonda del sistema delle
coniugazioni, e tenta di proporre un modello generale dei vari pa ern di indicizzazione
dei radicali e delle flessioni di modo-tempo-persona-numero.
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