Page 290 - Costellazioni 2
P. 290

MARIE-PIERRE ESCOUBAS-BENVENISTE, STEFANO DI DOMENICO, Sul verbo francese


                                                                               4
                matica: le due categorie in rapporto sintagmatico ordinato fra di loro , ri-
                chiamano, ognuna secondo determinati vincoli imposti dal sistema della
                lingua (ossia con maggiore o minore libertà), la propria dimensione para-
                digmatica. Lo dimostra la produ ività del modello regolare della prima
                coniugazione che viene predile o dall’uso dei parlanti/scriventi nella crea-
                zione di verbi nuovi a seconda delle necessità espressive (cfr. m’empistoliser
                [Paul Verlaine, 1893]; engrandeuiller [Jules Laforgue, 1885]; surfer [«Paris-
                Match», 1975]; cardaner [Inclure un cardan dans un dispositif mécanique, «Jour-
                nal officiel», 2000]; empapaouter [tromper, abuser, «Le Monde», 28 giugno
                2011, p. 11] etc.). La matrice produ iva della prima coniugazione in -ER 5
                consente infa i di “assemblare” quasi meccanicamente i morfemi lessicali
                più svariati di classe aperta con la flessione dell’infinito. Un evento creati-
                vo, questo, che apre le possibilità di esistenza linguistica alle voci del nuovo
                verbo, le quali sono limitate dal numero chiuso dei morfemi di flessione.
                Di conseguenza, dal punto di vista semantico e intralinguistico, i verbi
                della prima coniugazione presentano un grado elevato di trasparenza se-
                mantica, in quanto il loro significato linguistico è spesso riconducibile alla
                somma dei significati lessicali e grammaticali che lo compongono (gelait
                significato di gel- + significato dell’imperfe o -ait).
                     Questa osservazione parziale di ordine intralinguistico non ci con-
                sente tu avia né di cogliere le specificità del verbo francese rispe o a
                quello italiano – il quale, per motivi pedagogici si impone alla nostra
                a enzione – né di rendere conto in maniera soddisfacente del sistema





                4  I primi studi di linguistica tipologica hanno osservato che i morfemi di flessione assu-
                mono generalmente una posizione periferica rispe o agli affissi di derivazione in quanto
                devono contemporaneamente riferire ad altre parole della frase o del sintagma e alla
                radice lessicale alla quale sono aggiunti. La loro posizione morfota ica sarebbe dunque
                motivata dalla loro funzione.
                5  La tradizionale presentazione del verbo francese in tre gruppi di coniugazione, la cui
                pertinenza descri iva e forza applicativa sono state molto discusse, divide il verbo in
                tre categorie fondate sulla desinenza scri a dell’infinito. Il primo gruppo (-ER) raccoglie
                il 90 per cento dei verbi e rappresenta il modello morfologico produ ivo del francese;
                il secondo gruppo (-IR), con circa 300 verbi, rappresenta una delle microclassi morfolo-
                gicamente improdu ive, anch’esse illustrate dai circa 360 verbi del terzo gruppo (-IR; -
                OIR; -RE). (Cfr. M. Kilani-Schoch, W.-U. Dressler, Morphologie naturelle et flexion du verbe
                français, Gunter Narr Verlag, Tübingen 2005; O. Bonami, G.B. Boyé, H. Giraudo, M.
                Voga, Quels verbes sont réguliers en français? in Congrès Mondial de Linguistique Française
                – CMLF ’08, Institut de Linguistique Française, Morphologie, Paris 2008).


                                                289
   285   286   287   288   289   290   291   292   293   294   295