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FABIO ECCA, Scandali nella Grande guerra europea: i sovrapprofi i di guerra
della collocazione geografica della zona di guerra, in poche parole se
si comba eva all’interno o all’esterno del territorio nazionale d’ante-
guerra. Si tra a di un aspe o fondamentale per comprendere le con-
dizioni politiche che influivano, ora dire amente e ora indire amente,
sulla possibilità stessa, da parte dei fornitori di materiale bellico, di
realizzare sovrapprofi i di guerra. Possiamo infa i osservare come
esista una tendenza così riassumibile: laddove l’apparato gestionale
statale riusciva a governare il rapporto tra “pubblico” e “privato”,
esercitando quindi un’azione di controllo e di spinta verso i produ ori
privati, come nel caso dell’Inghilterra, venivano meno alcune delle
condizioni che agevolavano la realizzazione di lucri illeciti. Laddove
invece questo rapporto non era ben governato, il disordine contabile,
la confusione legislativa e le politiche ado ate dalle Armi e Munizioni
francesi e italiane perme evano di creare le condizioni opportune af-
finché gli industriali privati realizzassero guadagni eccessivi. Si può
quindi sostenere, da questo punto di vista, che i sovrapprofi i di guer-
ra abbiano rappresentato, per molti dei Paesi europei coinvolti nella
Prima guerra mondiale, non solo un importante elemento di scandalo
ma anche, e forse sopra u o, il sintomo di una più generale difficoltà,
legata all’incapacità di governare il repentino sviluppo industriale pro-
do o dallo sforzo bellico e di comprendere e utilizzare le nuove fun-
zioni politiche che lo Stato moderno era chiamato ad assolvere. Insom-
ma, quei cambiamenti politici, economici e sociali che avrebbero dato
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vita a quello che Hobsbawm ha definito il «secolo breve» .
34 Cfr. E. Hobsbawm, Il secolo breve: 1914-1991, BUR, Milano 2014.
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