Page 230 - Costellazioni 2
P. 230

DANA HUČKOVÁ, «La guerra, che non ha nulla di santo…»


                solo dopo questo cambiamento. Rázus ritiene che una volta terminata
                la guerra inizieranno le lo e sul campo spirituale in quanto il confli o
                mondiale ha cambiato le persone, le ha rese più severe e a ente, più
                predisposte a una profonda riflessione che sarà occasione per i sacer-
                doti di un lavoro intenso.
                     Il tema della guerra appare in modo marginale anche nell’opera
                di altri pastori evangelici tra i civili. Štefan Krčméry (1892-1955) ap-
                partiene alla generazione più giovane, il suo debu o è nel 1913. Dopo
                l’esplosione della guerra presta servizio dal 1914 al 1915 come infer-
                miere nel corpo volontario nel presidio ospedaliero di Bratislava e suc-
                cessivamente è cappellano nel paese di Krajné e poi a Bratislava. Nella
                poesia Kto vie o ňom? (Chi sa qualcosa di lui?, in Tranovský evanjelický ka-
                lendár na rok 1917, [Calendario evangelico di Tranovský per l’anno 1917])
                unisce il tema della ricerca dei genitori di un figlio disperso nella guer-
                ra con il ritrovamento di Cristo e la fuga nella fede.




                Conclusioni


                La guerra, per l’a ività le eraria dei sacerdoti, è stata un evento fon-
                damentale per la loro comprensione della chiesa come istituzione.
                Malgrado siano consapevoli della tensione teologica ed essenziale «tra
                il divieto di Dio di uccidere e la propaganda bellica, che chiedeva la
                                                                        35
                morte del nemico, spesso con la benedizione della chiesa» , il furore
                della guerra non li conduce a dubitare di Dio o alla perdita della fede.
                Avviene invece il contrario: davanti alla malvagità e al tempo infelice
                trovano nella fede un riparo. Considerano la guerra innanzitu o una
                enorme tragedia umana, una manifestazione sinistra e corrosiva del-
                l’egoismo moderno e del rige o dell’umanità – e cercano di comuni-
                care questa loro posizione agli altri anche a raverso l’espressione le e-
                raria. Nella produzione le eraria degli anni del confli o mondiale at-
                tualizzano sopra u o i generi tipici della le eratura religiosa, come
                preghiere, lamenti e sospiri, a eggiamento che in una certa misura ha






                35  Ivi, p. 248.


                                                229
   225   226   227   228   229   230   231   232   233   234   235