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JACOPO PERAZZOLI, Socialisti al fronte, tra assonanze e differenze


                a Notti sul Carso: ragionare sulla propria esperienza al fronte signi-
                ficava, nell’ottica dell’ex ufficiale della Brigata Sassari, riflettere sul-
                l’essenza stessa della guerra, che, a suo dire, doveva essere bene ac-
                colta soltanto nel caso in cui avesse avuto i caratteri della guerra di
                liberazione. Come ci si sarebbe dovuti liberare dal fascismo attra-
                verso una posizione belligerante, similmente a quanto sostenuto da
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                Rosselli , così la Grande guerra altro non era stata che una resi-
                stenza armata all’autocrazia degli imperi centrali, pur senza dimen-
                ticare tutte le storture a livello di conduzione politico-militare.
                     Del resto, è uno specifico passaggio di Un anno, inserito nel
                venticinquesimo capitolo, a confermare una simile tendenza. A se-
                guito di un ammutinamento rientrato in alcuni reggimenti dislocati
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                in val di Ronchi , gli ufficiali si trovarono a discutere sull’anda-
                mento del conflitto e la posizione di Lussu fu quanto mai netta nel
                controbattere alle argomentazioni anarchico-socialiste del tenente
                Ottolenghi (pseudonimo dietro al quale si mascherava l’ufficiale
                Nicola Ottaviani):


                   Le ragioni ideali che ci hanno spinto alla guerra son venute forse a mancare
                   perché la guerra è una strage? […] Se così fosse, un pugno di briganti non
                   ci avrebbe perennemente in arbitrio, impunemente, solo perché noi abbia-
                   mo paura della strage? Che ne sarebbe della civiltà del mondo, se l’ingiusta
                   violenza si potesse sempre imporre senza resistenza? 52

                A dispetto di questa citazione e al di là del fatto che un autorevole
                studioso del Lussu scrittore di guerra come Isnenghi abbia soste-
                nuto che nessun libro come Un anno sull’Altipiano fu «così aspro e
                incalzante» , sarebbe un errore considerare le memorie dell’antifa-
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                scista sardo quale un libro esclusivamente contro la guerra in sé:
                non si dimentichi, infatti, che Lussu mal accolse la trascrizione ci-





                50  Cfr. A. Garosci, La vita di Carlo Rosselli, Edizioni U, Roma-Firenze-Milano 1945, pp.
                119-123.
                51  Cfr. P. Pozzato, G. Nicolli, op. cit., p. 120.
                52  E. Lussu, Un anno sull’Altipiano, cit., p. 181.
                53  M. Isnenghi, Ritra i critici di contemporanei. Emilio Lussu, cit., p. 320.


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